Unabomber Texas si fa esplodere, si temono altri pacchi

FOTO EPA/THAO NGUYEN

WASHINGTON. – E’ finita la caccia all’uomo in Texas, dove per giorni hanno dominato ansia e paura in seguito ad una serie di esplosioni nella zona di Austin che le autorità hanno eventualmente collegato fra loro risalendo ad un unico autore. E’ il 23enne bianco Mark Anthony Conditt che, braccato dalla Polizia, si è fatto saltare in aria. Conditt ha fatto esplodere un ordigno nella sua auto mentre la polizia si avvicinava al veicolo, nella città di Round Rock, a nord della capitale texana Austin, teatro di cinque esplosioni in cui due persone sono morte.

E’ durato quasi tre settimane l’incubo per un nuovo ‘Unabomber’: il primo episodio lo scorso 2 marzo, con la deflagrazione di un pacco che ha causato la morte di un 29enne. Poi il 13 marzo, ancora ad Austin, un ragazzo di 17 anni ha perso la vita nell’esplosione di un pacco raccolto sull’uscio di casa, la madre del ragazzo è rimasta gravemente ferita. Nello stesso giorno un altro pacco si è incendiato, questa volta ferendo una 75enne.

Cinque giorni dopo le vittime sono stati due pedoni che hanno probabilmente innescato un ordigno inavvertitamente calpestando una trappola posizionata appositamente. Quindi ieri, un altro pacco ha ferito due persone: questa volta si trovava ancora in un deposito della società di consegne FedEx in attesa di essere consegnato.

L’autore “ha agito da solo”, ha riferito il governatore del Texas, Greg Abbott, citando quanto fino ad ora emerso dalle indagini che sono ancora in corso. Le autorita’ non escludono tra l’altro l’esistenza di altri pacchi esplosivi. Così si confermano fondamentali le tracce lasciate da Conditt nel suo girovagare per giorni, così come segnalato anche dagli spostamenti tracciati attraverso il suo telefono cellulare.

La localizzazione del cellulare è stata fondamentale nelle 24 ore in cui le forze dell’ordine hanno tenuto sotto osservazione il 23enne, ma l’elemento che ha poi segnato una svolta nella ricerca sono state indicazioni di testimoni che lo avevano notato in diversi negozi con indosso una parrucca bionda dall’aspetto inusuale.

Dalle prime ricostruzioni risulta che il giovane non avesse una preparazione militare né precedenti penali. Non è chiaro al momento se gli ordigni siano stati confezionati a casa del sospetto autore o nel motel presso il quale è stato alla fine fermato. Restano a disposizione degli inquirenti anche le tracce lasciate dal giovane online, che non ha provveduto a cancellare.

Un percorso obbligato, quello della rete, nel tentare di stabilire il movente: in un primo momento si è sospettato ci fosse l’odio razziale alla base della folle impresa. E si sa poco anche di Mark Anthony Conditt: l’educazione scolastica gli era stata impartita a casa dalla madre, fino al college, dove si era iscritto nel 2010 e che aveva frequentato fino al 2012 ma non aveva concluso.

Austin tira un sospiro di sollievo, sebbene i residenti siano esortati a rimanere vigili nel caso dell’esistenza di altri ordigni. E resta l’angoscia di aver vissuto un incubo ricorrente, quello rimasto impresso nell’immaginario collettivo americano, con gli attacchi dinamitardi dell”Unabomber’, il matematico criminale Theodore Kaczynski che tra il 1978 e il 1995 causò 3 morti e 23 feriti.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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