Onu contro il “bottone rosso” segnala fake news della Polizia italiana

ROMA. – Finisce nel mirino dell’Onu il ‘pulsante rosso’ segnala fake news attivato dalla polizia lo scorso 18 gennaio. “C’e’ il rischio che il Governo diventi arbitro della verità” , scrive il portavoce speciale delle Nazioni Unite per la Libertà di espressione, David Kaye, in una lettera inviata a Roma. Il Dipartimento della Pubblica sicurezza, da parte sua, si affretta a far sapere che il pulsante è stato ‘spento’ ed era stato attivato solo per il periodo elettorale.

L’iniziativa era stata presentata dal ministro dell’Interno, Marco Minniti e dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, con tanto di conferenza stampa. “E’ uno strumento – aveva spiegato Minniti – del tutto trasparente e legittimo di servizio pubblico, un servizio già esistente che punta a tutelare il cittadino di fronte a clamorose notizie false o manifestamente infondate. Non c’e’ la minima intenzione di entrare nel dibattito politico”.

“Non vogliamo creare un Grande Fratello”, aveva rassicurato Gabrielli. Ma il pulsante non ha passato l’esame dell’Onu. Kaye premette infatti che il Comitato per i diritti umani ha già invitato l’Italia a limitare le sanzioni per diffamazione per assicurare che esse non comprimano la libertà di opinione e d’espressione ed il diritto all’informazione.

Il portavoce rispetta l’interesse del Governo di assicurare l’integrità dei processi elettorali, ma è preoccupato “per il fatto che le restrizioni sulle fake news stabilite dal protocollo siano incompatibili con i criteri di legalità, necessità e proporzionalità previsti dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR), ratificato dall’Italia nel 1978”.

La lettera critica la “mancanza di chiarezza” del protocollo, che, accoppiata con la minaccia di sanzioni penali, fa sorgere il pericolo che il Governo diventi “arbitro della verità nel campo pubblico e politico” e che si sopprimerebbero un’ampia quantità di condotte essenziali ad una società democratica, incluso la critica al Governo, le notizie, le campagne politiche e l’espressione di opinioni impopolari, controverse e di minoranza. Invita quindi Roma a considerare misure alternative, come la promozione di meccanismi indipendenti di fact checking.

La Polizia replica segnalando che il ‘pulsante rosso’ aveva il solo “scopo di facilitare, in un periodo pre-elettorale, la possibilità per i cittadini di segnalare una notizia falsa che avrebbe potuto condizionare l’opinione pubblica orientandone pensiero e scelte”. E si inseriva tra l’altro in un’attività che la polizia già faceva e continua a fare, vale a dire la pubblicazione sui propri canali web delle fake news, ovviamente dopo i necessari accertamenti.

L’unica differenza con il passato, dunque, sta nel fatto che “durante il periodo elettorale si è sentita l’esigenza di dare ai cittadini uno strumento di facile utilizzo per eventuali segnalazioni di notizie false”. Ad ogni modo, proprio perché concepito per il periodo elettorale, il bottone è stato disabilitato pochi giorni dopo le elezioni del 4 marzo.

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