Neofiti alla prima prova del Parlamento, resta caos seggi

Palazzo Montecitorio a Roma - Sede della Camera dei Deputati e Parlamento Italiano
Palazzo Montecitorio a Roma - Sede della Camera dei Deputati e Parlamento Italiano

ROMA. – Dal pastore al professore, dall’ avvocato all’insegnante di scuola elementare: per quasi mille deputati e senatori domani si apriranno le porte delle Aule di Camera e Senato per la prima seduta ufficiale della Legislatura. Più giovani e in media con titoli di studio più elevati dei colleghi che finora hanno abitato i Palazzi della politica, la carica delle new entry che in questi giorni si sta registrando ufficialmente ha una maggioranza “giamaica” cioè con i colori giallo-verdi del M5S e della Lega: usciti vittoriosi dalle elezioni del 4 marzo, infatti, i 5 Stelle e i leghisti vedranno le proprie truppe occupare ampie fette dei due emicicli.

A tre settimane dal voto, però, non tutti i nodi legati alla distribuzione dei seggi sono sciolti, anche a causa dei complicati meccanismi della legge elettorale. Il faro è puntato soprattutto sul Senato, dove i conteggi ballano ancora mentre alla Camera l’elenco dei deputati proclamati è completo.

E così il lavoro che domani mattina toccherà alla Giunta provvisoria per l’elezione si profila impari, anche perché sul tavolo dei senatori c’è da sciogliere la questione del seggio fantasma siciliano. I candidati M5s nell’isola sono stati “insufficienti” a ricoprire tutti i seggi conquistati dai pentastellati e il risultato è che ancora oggi c’è un seggio vacante e che Forza Italia sarebbe pronto a rivendicarlo: qualora gli azzurri la spuntassero la poltrona verrebbe occupata da Bruno Alicata, già componente nella precedente legislatura della Giunta per le Elezioni.

La discussione nella Giunta provvisoria presieduta dal senatore più anziano Giacomo Caliendo (FI) potrebbe durare a lungo e potrebbe rallentare così l’avvio delle votazioni per il presidente. Ma il caso del seggio mancante non è l’unico che dovrà essere affrontato dal Parlamento.

Toccherà alla Giunta del Senato occuparsi anche del sindaco di Imola Daniele Manca, eletto nella lista proporzionale del Pd in Emilia-Romagna, che per essere eleggibile avrebbe dovuto dimettersi a settembre e non a inizio gennaio, come invece ha fatto. Se non verrà “salvato”, è pronto a subentrare Ernesto Carbone.

Guardando lo scacchiere delle assegnazioni c’è anche chi l’ha già spuntata, come il forzista Vincenzo Carbone che in Campania ha vinto una gara a tre con il sindaco di Brusciano Giosy Romano, anche lui di FI, che ha fatto ricorso, e con Peppe De Cristofaro, coordinatore nazionale di Sinistra Italiana che è pronto a rivolgersi proprio alla Giunta per le elezioni del Senato.

(di Chiara Scalise/ANSA)

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