C’è Messi, Di Biagio traghetta l’Italia: “Ripartire presto”

Luigi Di Biagio:"Ma con i giovani serve pazienza". ANSA/ MAURIZIO DEGL'INNOCENTI

ROMA. – L’Italia ricomincia da Messi. Non c’era avversario più difficile e al tempo stesso probante per dare il via al nuovo corso azzurro dopo lo tsunami Mondiale. Nella prima delle due date che la Fifa destina all”allenamento’ delle nazionali con vista sul torneo di Russia, Gigi Di Biagio ct ‘traghettatore’ trova l’Argentina sulla sua piccola traversata. E lo fa con un gruppo da futuro, a cavallo tra vecchie certezze e nuove risorse.

“Dobbiamo ripartire velocemente, con l’entusiasmo giusto: ma con i giovani dovremo avere tutti pazienza, se vogliamo bene all’Italia”, dice il ct pro tempore. Domani a Manchester – all’Ethiad Stadium del City, non al ‘teatro dei sogni’ United perché di sogni l’Italia di oggi può nutrirne davvero pochi – l’avversario è di quelli che puntano alla conquista della Coppa a Mosca, il prossimo luglio. Anche per questo, oltreché per la necessità di far leva su punti fermi nel rinnovamento totale, Di Biagio chiama Buffon a prendere per mano il gruppo azzurro e riparte dal suo amato 4-3-3.

“Per noi domani parte una sorta di Minimondiale: dobbiamo smettere di pensare a quel che è successo a novembre – di Di Biagio provando a stemperare l’amarezza senza nominare nè Svezia nè Russia 2018 – bisogna guardare oltre, oppure non si ricostruisce”.

Gli undici probabili – in campo con una maglia commemorativa di Davide Astori e il lutto al braccio – dovrebbero Immobile e Insigne davanti, con Candreva a supporto, a centrocampo Jorginho regista e Verrati all’ennesimo esperimento da mezzala; in difesa, Bonucci non può fare la ‘reunion’ con Chiellini, infortunato.

Trovo sensazionale – dice Buffon, su cui pesano le polemiche per un ritorno che qualcuno ha ritenuto ingombrante – che si faccia casino su di me: per 25 anni ho vestito l’azzurro, ho contribuito al palmares, ho aggregato sempre e mai diviso: tra qualche giorno si capirà meglio che sono storie fuori dalla grazia di Dio…Ma che strano Paese che siamo”.

E sull’ultima partita che si avvicina, Buffon assicura “che la vivrò con serenità e sobrietà: vivo il calcio in mondo folle ma sono entrato nel calcio in vespa ed esco senza macchina… Io non sono mai stato un problema”, conclude alludendo a un futuro da dirigente, magari da team manager azzurro.

Quel giorno, il tasso di classe in campo del calcio italiano calerà ulteriormente. Ai tempi della crisi di talento, fa impressione leggere nel tabellino dell’avversario che il ct Sampaoli si concede il lusso di lasciare a casa Icardi e Dybala (“spero arrivi presto alle orecchie di Paulo, così reagirà da campione qual’è”), e in panchina Aguero.

Se il confronto tecnico non è possibile, tra domani e il secondo appuntamento di Wembley contro l’Inghilterra per Di Biagio conterà non solo il risultato, ma trovare la scintilla del gioco. “Sampaoli ha parlato di Balotelli? Fa bene, dal suo punto di vista… Io faccio le mie scelte, e non mi curo di fare un confronto con i giocatori degli altri, non l’ho mai fatto in vita mia”.

Abile nello schivare le polemiche (“Raiola? Lo conosco da tanti anni, ho altro cui pensare…”), Di Biagio confessa di non aver tempo neanche per emozionarsi alla prima su quella panchina. Più che alla voglia di convincere la Figc a confermarlo, il ct-traghettatore pensa al futuro di Chiesa, Cutrone, Belotti, Pellegrini, Verratti. E della loro Italia.

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