Rabbia Berlusconi: “Non sono all’angolo, gli accordi passano da me”

Il segretario della Lega Matteo Salvini (S) con il presidente di FdI Giorgia Meloni (C) e Giancarlo Giorgetti (D) arrivano a palazzo Grazioli per il vertice con Silvio Berlusconi, Roma, 22 marzo 2018. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Nessuna intenzione di mollare la candidatura di Paolo Romani anche perchè, mette in chiaro Silvio Berlusconi a Matteo Salvini e Giorgia Meloni: togliere di mezzo lui sarebbe mettere in un angolo me. L’ex premier non accetta che Luigi Maio non voglia trattare con lui e lo ribadisce chiaramente ai suoi alleati. Una presa di posizione contro i Cinque Stelle ma anche, indirettamente, un’accusa ai due partner del centrodestra che non fanno nulla per difenderlo.

Gli occhi sono puntati soprattutto sul leader della lega e candidato in pectore della coalizione che, agli occhi del Cavaliere, sembra fare più sponda con i grillini che con il resto del centrodestra. Ed è proprio per evitare di essere messo fuori dai giochi che l’ex premier alza il prezzo dando un mandato preciso ai suoi capigruppo: d’ora in avanti trattate solo sugli altri incarichi, sulle presidenze invece chi vuole ne deve discutere con me.

Al leader di Forza Italia insomma non è andato giù il niet di Di Maio alla proposta di prendere parte ad un tavolo comune, un segnale quello dato dall’ex capo del governo per trovare una soluzione ed evitate lo stallo. Il muro alzato dal Movimento Cinque Stelle accompagnato dal silenzio del leader della Lega non sono stati certo graditi a palazzo Grazioli. La linea decisa con i fedelissimi a questo punto diventa definitiva: Il nostro nome resta quello di Paolo Romani, se non vogliono trattare direttamente con il leader.

Rinunciare all’attuale capogruppo – spiegano da Forza Italia – non farebbe altro che indebolirci. E poi – osservano – chi lo dice che il nome della Bernini possa andare bene? Magari anche su di lei i pentastellati avranno da ridire. Nessuna intenzione insomma di mollare di un centimetro dunque, tant’è che l’indicazione che arriva da Grazioli è quella di votare scheda bianca domani nelle prime due votazioni e poi sabato, salvo sorprese, votare Romani per consentirgli di andare al ballottaggio.

E’ lì infatti che Forza Italia vuole arrivare convinta che al di là delle prese di posizioni ufficiali del Pd, sul nome dell’attuale capogruppo possa esserci consenso anche tra i Dem. Quello che preoccupa di più invece è l’atteggiamento del Carroccio e soprattutto il rischio, che intravvedono in molti dentro Forza Italia, che con il voto segreto i leghisti possano giocare di sponda con il Movimento Cinque Stelle per affossare la candidatura di Romani.

Un dialogo che parte dalle urne per le presidenze dei due rami del Parlamento e che potrebbe trasformarsi in un base per un possibile governo ad appannaggio solo del Carroccio e dei pentastellati. “Spero che in due giorni possiamo fare tutto e la settimana prossima pensiamo al governo”, è l’auspicio di Salvini che però ci tiene a mandare un messaggio chiaro a chi come l’ex capo del governo non ha mai chiuso la porta all’idea di un’intesa con il Pd: “Si parte dal centrodestra ma – avvisa – non posso fare un governo con Renzi e Boschi”.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)

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