L’amore per la lingua italiana, al via le Olimpiadi

ROMA. – C’è Amina, 14 anni, che viene da Casablanca, in Marocco, dove frequenta una scuola italiana paritaria e sorride in foto nel suo abito tradizionale blu con il velo, nonostante un bell’apparecchio ai denti, viene descritta dalla sorella come “divoratrice di libri” anche perchè, come spiega lei stessa, “a casa non c’è la tv, quindi la sera leggo tanto”.

Poi c’è Nico, pugliese di 17 anni, allievo di un istituto tecnico, il primo in assoluto ad aver consegnato il testo alle 11,39 dopo appena due ore dalla consegna delle prove. E c’è la liceale Francesca, 15 anni di Cagliari, la seconda ad aver consegnato il compito, che ha trovato “di difficoltà media” e comunque più interessante delle prove degli scorsi anni che aveva visionato su internet e a cui sono piaciuti molto gli incontri dedicati alle tematiche della “Lingua della Costituzione” e della “Norma ed errore linguistico”.

Sono tre dei degli oltre 60.300 ragazze e ragazzi che si sono sfidati durante quest’anno scolastico per le Olimpiadi di italiano, giunte all’ottava edizione. Una partecipazione che ha segnato un nuovo primato per la gara dedicata alla nostra lingua. Dei 60.300 partecipanti, in 84 si sono classificati per la finalissima che si è svolta stamane, a partire dalle ore 9,30, a Firenze, “capitale” della nostra lingua.

Una competizione ardua: le studentesse e gli studenti in corsa per il podio hanno dovuto dimostrare non solo abilità nella comprensione e nell’analisi del testo, ma anche perizia nella sintesi, capacità logico-argomentativa, creatività e originalità nell’uso della lingua.

Le Olimpiadi di italiano – iniziativa promossa dal Miur – sono gare individuali rivolte a tutte le studentesse e a tutti gli studenti delle scuole secondarie di II grado. Quattro le categorie: Junior e Senior per le scuole italiane, Junior e Senior per le scuole e le sezioni italiane all’estero.

Le ragazze e i ragazzi del nuovo millennio si appassionano alla nostra lingua più di quanto credano gli adulti. Leggono i grandi classici, approfondiscono l’attualità, sognano un lavoro impegnativo e importante. E apprezzano valori tradizionali come quello di poter avere una famiglia serena e una casa accogliente.

Questo il ritratto che emerge dal profilo personale delle finaliste e dei finalisti. E, tra un sogno di vita e la quotidianità della propria età, gran parte di loro trova spazio per dare sfogo alla scrittura. Nell’ambizione, come racconta una delle concorrenti, di farsi “un nome come scrittrice”, oppure più semplicemente “per mettere ordine” nelle proprie idee, o per svago e divertimento.

C’è chi sente la scrittura come “il canale più naturale e libero per condividere con gli altri qualcosa” di sé. C’è poi chi la definisce un mezzo “per rimanere in contatto con amici e familiari, per raccontarci quello che ci succede se non ci vediamo o per comunicazioni di ordine pratico”. E chi la ritiene uno strumento “tecnico”. Per tutte e tutti una consapevolezza: “Non serve essere un poeta per saper utilizzare un perfetto italiano”.

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