Esperti: La riconversione monetaria da sola non risolve la crisi

L’appello delle voci degli esperti continua. Chiedono al governo di non eseguire la riconversione monetaria senza prima avere attaccato la crisi economica. Anche il Pcv dalla parte degli economisti
L’appello delle voci degli esperti continua. Chiedono al governo di non eseguire la riconversione monetaria senza prima avere attaccato la crisi economica. Anche il Pcv dalla parte degli economisti

CARACAS. -La riconversione monetaria non si può lasciare da sola. Su questo sono d’accordo tutti gli economisti e non solo. Anche alcuni politici credono che l’adozione di questa misura senza le dovute cautele, non farà altro che peggiorare la situazione.

Chi se ne intende del tema afferma che il processo che porta un paese verso una riconversione monetaria deve per forza appoggiarsi su decisioni economiche complementari. Se non si prendono misure addizionali, la riconversione senza nient’altro che l’accompagni, non servirà a placare il problema inflazionario.

Inoltre secondo gli economisti, il governo non dovrebbe continuare l’immissione nel mercato di nuova che non sia sostenutasulla produzione di beni e servizi. Facendo ciò si aggrava la situazione.

Si risolva l’iperinflazione prima

Una delle prime misure sa prendere sarebbe controllare l’iperinflazione. Jesús Casique, crede opportuno che per prima cosa, il governo si dedichi a risolvere questo flagello. Perché, se non lo fa, il nuovo conio rimarrà comunque in balia dell’impennata dei prezzi.

Cacique aggiunge pure che due mesi non sono sufficienti per portare a termine una questione così delicata come quella di cambiare un conio per un altro. Soprattutto perché sarà difficile in così poco tempo raccogliere tutta la liquidità che c’è in circolazione. E preparare la popolazione al cambio e le sue implicazioni, soprattutto in un paese dove non tutti hanno un conto bancario ma vivono sul circolante.

L’economista ha informato che il conio ora è composto da   15.555,7 milioni di pezzi e quello che è entrato in vigore a gennaio di quest’anno ne ha 2.634 milioni. Quindi, anche lui crede che succederà la stessa cosa accaduta alla famosa banconota da 100 che doveva essere stata raccolta ma la decisione è stata posticipata varie volte, creando caos e sfiducia.

Casique spiega, inoltre,che questo cambio non è come quello realizzato da Chávez nel 2008. Con questa riconversione monetaria,i due coni non possono coesistere. “L’attuazione della misura deve essere molto ben fatta perché può generare grossi inconvenienti con i metodi di pagamento.”

Adottare il Petro invece del Bolivar

José Gregorio Piña suggerisce il Petro come soluzione.  Secondo Piña, invece di affrontare una riconversione(che lui chiama “smonetizzazione”), il governo dovrebbe adottare il Petro come moneta nazionale e lasciare il Bolivar giacché nelle circostanze attuali, il Petro lavorerà contro il Bolivar giacché la cripto-moneta è considerata come un tipo di valuta che verrà scambiata.

Tre zeri meno aggiungono semplicità

José Grasso Vecchio, invece vede la riconversione con benevolenza. Spiega che è una necessità perché la manipolazione di grosse cifre di denaro, dovute all’inflazione, si semplifica togliendo tre zeri. Quindi, il cambio di conio dovrebbe agevolare i procedimenti del sistema finanziario e alla fine l’economia risparmierebbe in tempo e risorse.

Ma nonostante Grasso riconosca che la misura potrebbe portare qualche beneficio, concorda con gli esperti come lui che non va applicata da sola perché fallirebbe.

Il PCV dalla parte degli economisti

Non solo gli economisti danno il loro giudizio. Fanno capolino anche i politici.  Héctor Rodríguez, del Partito Comunista Venezuelano, ribadisce che il governo deve attuare decisioni a favore della stabilità economica prima di dedicarsi a cambiare il conio nazionale.

Quindi, suggerisce che si controlli l’inflazione galoppante, la svalutazione della moneta locale, l’uso del Bolivar in attività illegali di frontiera e si smonti il controllo dei prezzi, perché il popolo possa riavere il potere d’acquisto che ha perso.

Se la riconversione non verrà accompagnata da queste misure, il pronostico di Rodríguez è che in pochi anni ce ne sarà un’altra.

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