Si compongono i gruppi, resta il nodo dei vicepresidenti delle Camere

ROMA. – Si chiude la partita dei gruppi parlamentari alla Camera e al Senato, che oggi si sono formalmente costituiti ed hanno eletto i propri presidenti. Un passaggio importante perché dalla consistenza dei gruppi dipende poi la formazione delle Commissioni permanenti. Chiuso questo passaggio c’è ora da affrontare quello dei vicepresidenti delle due Camere e dei Questori con la possibilità concreta che per la prima volta al Senato l’opposizione non sia rappresentata nel collegio dei Questori o tra i vicepresidenti.

Un nodo, quello della vicepresidenza della Camera, sul quale si riflette l’altalenante rapporto tra Lega e M5S: in serata infatti, dal Movimento filtra la notizia che uno dei quattro posti da vicepresidente potrebbe essere pentastellato. Dato, quest’ultimo, che va in controtendenza con quanto stabilito dall’accordo sui presidenti delle Camere, che non assegnava al M5S alcun vicepresidente a Montecitorio, guidato da Roberto Fico. I gruppi di M5s hanno ratificato come presidenti quelli già in precedenza scelti: Giulia Grillo alla Camera e Danilo Toninelli al Senato.

Senza patemi anche la scelta dei presidenti dei gruppi della Lega, Giancarlo Giorgetti alla Camera e il Gianmarco Centinaio al Senato. Dopo le tensioni dei giorni scorsi dentro FI, che hanno condotto al passo indietro da parte di Paolo Romani e Renato Brunetta, le assemblee dei due gruppi “azzurri” si sono svolte in un clima sereno, con una svolta “rosa”: infatti saranno Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini a guidare i senatori e i deputati di Fi.

In FdI le presidenze non sono ancora definitive, in attesa di vedere se Ignazio La Russa sarà eletto vicepresidente del Senato domani: in tal caso il capogruppo a Palazzo Madama sarà Stefano Bertacco e alla Camera Fabio Rampelli, confermato.

Più complessa l’elezione dei due capigruppo del Pd, avvenuta in un clima sereno per acclamazione ma al termine di una mattinata in cui si è sfiorata la rottura da parte dei renziani. Il presidente dei senatori Dem sarà Andrea Marcucci mentre alla Camera guiderà i deputati Graziano Delrio. LeU, non avendo i numeri per formare gruppi autonomi, è confluita nei due gruppi Misti, e due propri esponenti ne sono divenuti i presidenti: Federico Fornaro alla Camera e Loredana De Petris al Senato. Ma non è escluso che a Montecitorio Leu possa ottenere la deroga formando un proprio gruppo. Infine in Senato il gruppo delle Autonomie sarà presieduto da Juliane Unterberger (Svp).

Alta tensione ci sarà invece in Senato, quando saranno eletti dall’Aula i quattro vicepresidenti e i tre Questori, vale a dire i tre senatori che amministrano la macchina del Senato. Prassi vuole che alle opposizioni spetti almeno un vicepresidente e un questore: nella scorsa legislatura furono Roberto Calderoli della Lega e Laura Bottici di M5s, cui si aggiunsero Maurizio Gasparri e Lucio Malan quando Fi passò dalla maggioranza all’opposizione.

In questa legislatura al Pd è stato posto un aut aut: o il questore o il vicepresidente. Se finirà così i vicepresidenti dovrebbero essere Calderoli, La Russa, Vito Crimi o Nicola Morra per M5s, mentre per il Pd in pista sono Anna Rossomando e Monica Cirinnà. I tre questori potrebbero essere i confermati Antonio De Poli (NcI), Bottici e Lucio Malan di Fi, ma potrebbe spuntarla anche Paolo Arrigoni della Lega a scapito di uno dei tre. Alla Camera saranno votati giovedì i vicepresidenti che potrebbero essere Mara Carfagna (Fi), Ettore Rosato (Pd), per la Lega Raffaele Volti o Barbara Saltamartini e per Fdi Edmondo Cirielli o Guido Crosetto.

(Di Giovanni Innamorati/ANSA)

Lascia un commento