Fi elegge i capigruppo e guarda alle mosse della Lega sul governo

Mariastella Gelmini

ROMA. – Il primo passaggio del nuovo corso di Forza Italia si è consumato con l’elezione dei due nuovi capigruppo, Mariastella Gelmini alla Camera e Anna Maria Bernini al Senato al posto del duo Brunetta e Romani. E se l’elezione è avvenuta all’unanimità senza nessuna polemica, il clima nel partito è tutt’altro che tranquillo. Gli scossoni interni che hanno portato all’elezione della Casellati alla presidenza del Senato non sono stati riassorbiti.

Dentro Forza Italia infatti si guarda ora alla partita del governo e soprattutto alle mosse di Matteo Salvini. E se Berlusconi è convinto che il leader della Lega abbia bisogno del ‘peso’ di Forza Italia per sedersi alla pari a trattare con Di Maio, gli azzurri aspettano che da Arcore si delinei il nuovo assetto del partito.

A sentire diversi parlamentari di Forza Italia il cambio dei vertici dei gruppi rappresenta solo il primo passaggio della ristrutturazione del partito. Se infatti le due presidenti rappresentano il nuovo corso di Forza Italia, l’attenzione ora si sposta sull’organigramma del partito. In pole per un ruolo di primo piano resta sempre Antonio Tajani, l’uomo a cui tutti guardano come argine per fermare l’opa della Lega ed il fuggi fuggi degli azzurri verso i lidi del Carroccio.

Il presidente dell’europarlamento ha tutte le carte in regola per essere il nuovo coordinatore del partito ma visto il suo ruolo difficilmente potrà dedicarsi a tempo pieno a Forza Italia. Ecco perchè intorno a lui si pensa di costruire un nuovo gruppo dirigente (si parla di una segreteria) con persone che possano occuparsi di Fi a pieno ritmo. Dare un ruolo ufficiale a Tajani significa ridimensionare quello di Niccolò Ghedini a cui molti azzurri impuntano la deriva ‘nordista’ del partito e l’esito nella gestione della trattativa sulle presidenze delle Camere.

Il percorso non è facile nè tantomeno breve e prima di ogni cosa il Cavaliere vuole capire le reali intenzioni del segretario del Carroccio nella trattativa per la formazione del governo. Le tensioni sulle presidenze delle Camere hanno comunque lasciato il segno e se ufficialmente il centrodestra è tornato a predicare l’unità della coalizione, al Quirinale i tre partiti dovrebbero presentarsi separatamente e non tutti insieme come avevano ribadito a ridosso delle elezioni e anche subito dopo il voto.

Nessuna nuova crepa si affrettano a dire da Forza Italia spiegando che la decisione di andare ognuno per conto suo rientra nell’ottica di voler dimostrare che la coalizione è compatta ma al suo interno ognuno ha un proprio peso. Difficile però non ipotizzare che dietro alla richiesta di colloqui separati si celino le diverse strategie del Cavaliere (sempre disponibile a tenere una porta aperta al Pd) e del leader della Lega che invece appare fiducioso nell’intesa con i Cinque Stelle.

(Di Yasmin Inangiray/ANSA)

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