Addio a Linda Brown, simbolo fine della segregazione razziale

Linda Brown, la studente che negli anni Cinquanta fu al centro della sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti. (AP Photo, File)

WASHINGTON. – Il suo caso mise fine alla segregazione razziale nelle scuole americane. E cambiò la storia. Se n’è andata Linda Brown, scomparsa nella sua città di Topeka, in Kansas, all’età di 76 anni. La stessa città in cui da bambina Linda fu al centro dell’azione legale che scardinò la divisione fra bianchi e neri nelle scuole del paese.

A guidare la battaglia sfociata in una sentenza storica della Corte Suprema che si espresse nel 1954 fu la determinazione del reverendo Oliver Leon Brown, il padre di Linda, che nel settembre 1950 prese per mano la figlia di 7 anni e la accompagnò nella scuola più vicina alla loro casa, la Sumner School, soltanto quattro isolati a piedi dalla loro casa, dove però l’accesso era riservato soltanto ai bambini bianchi.

Linda, come i suoi compagni afroamericani, era costretta a frequentare un’altra scuola a miglia di distanza. La misura era colma per i genitori della comunità del quartiere. Era il momento di cambiare. Passarono però quattro anni da quel giorno di settembre prima che Linda e il suo papà che la accompagnava a scuola tenendola per mano cambiassero per sempre la storia degli Stati Uniti.

In una recente intervista Linda, poi diventata insegnante, raccontò quella giornata del 1950 e il ricordo vivido del passo spedito di suo padre: “Ero molto piccola, le scale sembravano enormi e altissime, ma entrammo nell’edificio”. Il reverendo Brown chiese di vedere il preside e dietro le porte chiuse Linda sentì che i toni salivano. Suo padre uscì, le prese di nuovo la mano e di nuovo con passo spedito la riportò a casa.

“Sentivo la tensione nella sua mano, sapevo che era agitato”, ricordava Linda nell’intervista del 2004 citata dal Washington Post. Poco sapeva allora quella bambina quanto lontano quell’agitazione e quella forza avrebbero portato. Oliver Brown non si diede infatti per vinto, mise insieme altre proteste e denunciò l’autorità scolastica di Topeka.

Nel 1952 giunsero all’attenzione della Corte Suprema altri casi simili, dal Delaware, dal Distretto di Columbia, dalla Virginia e dalla Carolina del Sud. Tutti contestavano come incostituzionale la segregazione razziale nelle scuole pubbliche. La sentenza, storica e definitiva, arrivò due anni dopo, nel 1954: la massima corte americana si espresse al’unanimità, stabilendo che fosse “intrinsecamente iniquo separare le strutture scolastiche” e in violazione del 14/mo emendamento. La storia era cambiata.