Via Crucis giovani con Papa Francesco: “Alzate gli occhi dai telefonini”

Papa Francesco con un gruppo di giovani facendo selfie col cellulare
Papa Francesco con un gruppo di giovani facendo selfie col cellulare

CITTA’ DEL VATICANO. – Le delusioni, le ingiustizie, i fallimenti ma anche il coraggio, la speranza,la solidarietà: sono questi i temi che risuoneranno nelle meditazioni della Via Crucis con il Papa, venerdì al Colosseo. A scriverle un gruppo di studenti romani e il loro mondo irrompe nella liturgia.

“Mi guardo intorno e vedo occhi fissi sullo schermo del telefono, impegnati sui social network ad inchiodare ogni errore degli altri senza possibilità di perdono”, si legge in una delle preghiere. Oppure il richiamo alla “apparenza, oggi tanto importante nella nostra società delle immagini”. E ancora la fragilità del mondo giovanile: “Cadiamo così tante volte che perdiamo il conto, ma speriamo sempre che ogni caduta sia l’ultima”.

“Ti vedo, Gesù”, questo l’incipit di ogni stazione scelto dalle giovani penne di liceali e universitari coordinati dal loro professore di religione, Andrea Monda. Ma nel cuore della liturgia più profonda della Settimana Santa ci sarà anche il pensiero ai migranti (“Ti vedo, Gesù, e vedo un giovane migrante, corpo distrutto che arriva in una terra troppo spesso crudele”), alle donne, a chi soffre o a chi è rimasto solo.

E questa nuova generazione invoca anche il rimprovero, se è necessario per migliorare: “Oggi siamo abituati ad un mondo fatto di giri di parole, una fredda ipocrisia vela e filtra ciò che vogliamo realmente dire; gli ammonimenti si evitano sempre di più, si preferisce lasciare l’altro al proprio destino”.

Ad introdurre al clima della Settimana Santa è stato anche il tweet del Papa: “Gesù trasforma il nostro peccato in perdono, la nostra paura in fiducia: sulla Croce è nata e rinasce sempre la nostra speranza”. Una Settimana Santa, questa, dedicata in particolare ai martiri della fede.

Roseline Hamel, sorella di padre Jacques, il sacerdote 86enne ucciso da estremisti islamici il 26 luglio 2016 a Saint-Etienne-du-Rouvray in Francia, parlando con Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha sottolineato l’importanza di non dimenticare i martiri. “Il martirio di mio fratello rappresenta, ancor più nella Settimana Santa, un messaggio per tutti, credenti e non, un messaggio di speranza – ha rilevato – che testimonia la forza della fede e al tempo stesso la speranza”.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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