Governo temporeggia sul Def. Premier: “Quadro stabile”

Il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, interviene alla conferenza sul Reddito di Inclusione (ReI), organizzata dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali e dall’Inps. (Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Il documento di economia e finanza ‘light’, tutto numeri e tabelle che fotografano l’esistente senza avventurarsi a tracciare l’indirizzo di politica economica, è pronto ma non c’è alcun bisogno di ingaggiare una lotta contro il tempo: prima di approvarlo e presentarlo al Parlamento, il governo deve attendere il primo giro di consultazioni al Quirinale, previsto per la prossima settimana.

Anche il quadro economico complessivamente positivo aiuta a non avere fretta: è vero che “nelle prossime settimane – avverte il premier Paolo Gentiloni – il paese si troverà davanti ad un bivio e che non può permettersi una fiera delle velleità che ci porterebbe fuori strada” ma allo stesso tempo “la congiuntura – aggiunge – è relativamente stabile”.

Una cautela che, secondo M5S e Lega, l’esecutivo dovrebbe mostrare anche su un altro fronte: quello delle nomine in scadenza delle partecipate pubbliche. Sono oltre 60, fa i conti il candidato ministro dell’Economia Andrea Roventini, e per molte non c’è fretta; e laddove invece sia necessario procedere con il rinnovo dei vertici nell’immediato, la richiesta è quella di condividere la decisione con i vincitori delle elezioni. Qualsiasi altra strada sarebbe “scorretta”, dice Salvini.

Tornando al Def, anche da Bruxelles si mostra flessibilità in materia di calendario: nonostante il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis abbia ricordato come “normalmente” la scadenza per l’invio dei documenti di politica economica sia quella “fine aprile”, secondo i contatti informali non si tratta di una deadline tassativa.

Certo non si può immaginare di rimanere in stand-by per mesi e dunque qualora lo scenario politico nazionale non si chiarisse nel giro di qualche settimana, Gentiloni e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan potrebbero rompere gli indugi e passare la palla al Parlamento, presentando il Def (che comunque non è modificabile dalle Camere ma al quale si possono votare delle risoluzioni di accompagnamento) con i soli tendenziali.

Ed è con l’obiettivo di garantire l’operatività delle Camere, che prima a Palazzo Madama e la prossima settimana a Montecitorio, arrivano le commissioni speciali: si tratta di organismi pro tempore dove sono rappresentati tutti i gruppi e che oltre ai testi di politica economica dovrebbero esaminare anche il decreto legislativo sulle pene alternative al carcere.

Una volta approdato in Parlamento, toccherà poi alle forze politiche entrare in campo e costruire le risoluzioni da mettere ai voti anche delle Aule entro la fine del mese di aprile e che potrebbero anche diventare un test per eventuali intese Lega-M5S.

Tra l’altro, in assenza di un nuovo governo, le interpretazioni su come si debba procedere non sono univoche: c’è chi sostiene che si possa votare un solo testo (nel caso gli altri decadrebbero) e chi invece si dice convinto si possano mettere ai voti più documenti. Questioni di tecnica parlamentare a cui la politica dovrà rispondere nei prossimi giorni.

(di Chiara Scalise/ANSA)