Summit Kim-Xi, denuclearizzazione dipende da Usa e Seul

Xi "ha accettato con piacere" l'invito di Kim a recarsi a Pyongyang, secondo l'agenzia nordcoreana Kcna

PECHINO. – Kim Jong-un è “impegnato a denuclearizzare la penisola coreana”, una questione che può essere risolta “se Corea del Sud e Usa rispondono ai nostri sforzi favorevolmente e creano un’atmosfera di pace e stabilità”. Il summit a Pechino con il presidente Xi Jinping, nella prima missione all’estero del giovane leader nordcoreano ad oltre sei anni dalla presa del potere, porta in dote la promessa solenne prontamente rilanciata dall’agenzia Nuova Cina.

La visita a sorpresa di Kim, dopo due giorni di mistero, è stata alla fine confermata dai media ufficiali dei due Paesi, in simultanea. Ma con sfumature diverse e omissioni anche di peso, se collegate ai due vertici che Kim dovrebbe avere a fine aprile con il presidente sudcoreano Moon Jae-in e a maggio col presidente Usa Donald Trump.

Il leader nordcoreano, accompagnato dalla moglie Ri Sol-ju e da altri cinque funzionari (tra cui il braccio destro Choe Ryong-hae), ha visto alla Grande sala del Popolo Xi e la consorte Peng Liyuan, le prime linee di governo e Pcc. I giorni della visita, da domenica 25 a mercoledì 28 marzo, hanno registrato il picchetto d’onore, i discorsi, un concerto, un ricevimento e la visita alla mostra sui risultati raggiunti dalla Cina negli ultimi cinque anni allestita all’Accademia cinese delle scienze, prima della ripartenza con un treno blindato.

Xi “ha accettato con piacere” l’invito di Kim a recarsi a Pyongyang, secondo l’agenzia nordcoreana Kcna, ma il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lu Kang ha derubricato l’offerta a linee generiche per rafforzare i legami. Quattro le proposte: maggiori comunicazioni, più contatti, cooperazione pacifica e scambi. Kim ha parlato di situazione che “si sta sviluppando rapidamente” e che “molti cambiamenti importanti si sono realizzati”, mentre solo la parte cinese – attraverso la Nuova Cina – ha menzionato il desiderio del leader di Pyongyang di incontrare Trump.

Il tycoon s’è affidato a Twitter per commentare gli sviluppi: “Per anni e da molte amministrazioni tutti hanno detto che la pace e la denuclearizzazione della penisola coreana non avevano neanche una minima possibilità. Adesso c’è una buona chance”. Xi “mi ha scritto per dire che l’incontro è andato molto bene e che Kim non vede l’ora d’incontrami”, ha aggiunto in un altro post. “Allo stesso tempo, e sfortunatamente, le più forti sanzioni e pressioni devono essere mantenute a tutti i costi!”.

La Cina continuerà “a rispettare gli obblighi internazionali”, ha assicurato su questo Lu. Intanto Yang Jiechi, diplomatico cinese di lungo corso, sarà a Seul quale inviato speciale di Xi per dare conto dei risultati raggiunti nei colloqui.

Con l’invito a Kim, malgrado le tensioni per il sostegno alle sanzioni, la Cina è tornata centrale sul nucleare nordcoreano. E il ministero degli Esteri ha ribadito la volontà di Pechino di tornare al tavolo negoziale in stallo dal 2008 con le due Coree, Cina, Usa, Russia e Giappone.

Le riprese della Cctv della visita di Kim, trasmesse molte volte durante le news (per 15 minuti nell’edizione serale del tg), hanno consegnato un leader emozionato nelle foto di rito e alla stretta di mano con Xi. Anche l’inconsueta scena che ha visto Kim prendere appunti mentre il padrone di casa parlava rimarca il peso conquistato dal presidente cinese. Il summit ha dato il segnale che nonostante i dissapori Pechino e Pyongyang restano stretti alleati, soprattutto per gli interessi comuni sulla sicurezza.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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