La vendetta di Putin sugli europei, espulsi due italiani

Il ministero degli Esteri russo a Mosca. (ANSA)

MOSCA. – Sotto a chi tocca. Dopo l’occhio per occhio rifilato agli Usa, Mosca è passata agli alleati europei (e non) che hanno dimostrato solidarietà a Londra espellendo i diplomatici russi per il caso Skripal. Così davanti alle porte dell’imponente ministero degli Esteri – ospitato da una delle sette torri in stile neo-gotico costruite in epoca staliniana – è sfilata una processione di auto blu diplomatiche. Compresa quella dell’ambasciata italiana.

La Russia aveva annunciato che avrebbe preso misure di rappresaglia “speculari”. E all’incaricato d’affari italiano è stata confermata l’espulsione di due nostri diplomatici (su una trentina accreditati in tutta la Russia) che ora dovranno lasciare il Paese “entro una settimana”. Tanti quanti sono stati i russi allontanati da Roma.

Tra i big colpiti dalle misure russe ci sono la Germania, la Francia e, naturalmente, la Gran Bretagna. Londra anzi pagherà più degli altri poiché, oltre ai 23 diplomatici già espulsi in risposta ai 23 russi cacciati dopo il presunto avvelenamento degli Skripal, ora l’ambasciata britannica a Mosca dovrà portare il numero dei suoi diplomatici al pari di quello della Russia nel Regno Unito. E questo significa un’altra bella sforbiciata al personale, per quanto al momento non si hanno informazioni precisi sui numeri poiché il Foreign Office si è trincerato dietro “ragioni di sicurezza”.

La gran cacciata probabilmente continuerà, forse anche nei prossimi giorni. Mosca infatti si è “riservata il diritto” di applicare misure di rappresaglia anche a Belgio, Ungheria, Georgia e Montenegro. “La Russia non ha iniziato nessuna guerra diplomatica”, ha commentato il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov. “Non abbiamo iniziato noi con le sanzioni, le espulsioni e così via: la Russia è stata costretta a prendere misure di rappresaglia in risposta ad azioni ostili, non costruttive e illegali”.

Peskov ha poi sottolineato di non essere d’accordo con il portavoce del Dipartimento di Stato americano Heather Nauert, che ha descritto la reazione di Mosca contro i sessanta diplomatici Usa come “immotivata”. Il botta e risposta è ormai costante e incessante. Nei circoli diplomatici circolano voci che Washington possa chiudere il consolato russo a New York e in quel caso l’escalation potrebbe finire fuori controllo.

Vladimir Putin, non a caso, ha discusso con i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza russo le misure di risposta “simmetriche”. Le dichiarazioni allarmanti non mancano. Il ministero degli Esteri sostiene infatti che negli Usa in questi giorni sono “aumentate drasticamente le provocazioni contro i diplomatici russi” e che “i servizi di sicurezza americani stanno cercando disperatamente di entrare in contatto con i sessanta diplomatici russi appena espulsi”. Qualunque cosa significhi, non è affatto un buon segnale.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)