Coppia si suicida nel mantovano, salva la figlia

Foto archivio. ANSA/ GIORGIO BENVENUTI

MANTOVA. – Si sono impiccati davanti all’unica figlia di sei anni, che è rimasta per ore davanti ai due cadaveri. Marito e moglie di nazionalità indiana di 35 e 27 anni, lui operaio in un allevamento di bovini della zona, lei casalinga, si sono tolti la vita giovedì sera nella loro casa nelle campagne di Pegognaga, in provincia di Mantova. Si sono stretti la stessa corda attorno al collo, poi l’hanno fatta passare per il corrimano della scala interna e si sono lasciati andare.

A scoprire i corpi e la bambina che li vegliava il nonno materno, pare avvertito dalla stessa piccola di quanto era successo. Il sospetto, però, è che padre e madre, prima di uccidersi, abbiano tentato di strangolare anche la figlia: i lividi che sia il nonno che i carabinieri hanno trovato sul collo della bambina fanno temere il peggio.

La bimba ora è ricoverata nel reparto di pediatria dell’ospedale Carlo Poma di Mantova: è sotto shock ma le sue condizioni fisiche sono buone e i medici stanno valutando l’origine di quelle ferite su cui per ora ancora non si sbilanciano. Lei agli investigatori, secondo un’indiscrezione circolata in giornata, avrebbe raccontato che i genitori l’avrebbero aggredita all’improvviso. Era svenuta e, credendola morta, si sono suicidati.

Una versione, però, che i carabinieri, al momento, non confermano. Il nonno materno, che abita a Parma con il resto della famiglia, è arrivato a Pagognaga dopo la telefonata della bambina. Di marito e moglie non si avevano più notizie dal primo pomeriggio, da quando l’uomo aveva telefonato al suo datore di lavoro, un allevatore della zona, per annunciargli che non sarebbe andato in azienda: “Devo portare mia moglie dal medico” gli avrebbe detto. Poi, più nulla.

Una giustificazione che farebbe pensare ad un motivo grave di salute dietro al suicidio e che, a sua volta, avrebbe creato il panico tra i coniugi circa il futuro della figlia. I parenti, però, stretti nel loro dolore e con difficoltà linguistiche, non hanno confermato questa ipotesi. “Era un ragazzo d’oro, con una bella famiglia. Siamo sconvolti e non abbiamo idea di quello che possa aver scatenato questo gesto” ha detto il titolare dell’allevamento dove lavorava il 35enne. Le due salme sono alle camere mortuarie del Poma a disposizione del magistrato.

(di Alessandro Mortari/ANSA)

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