Trump rottama la stretta di Obama sulle emissioni auto

NEW YORK. – Donald Trump è pronto a rottamare un altro importante pezzo dell’eredità di Barack Obama sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici: la stretta sulle emissioni inquinanti delle auto. Il piano messo a punto dall’Epa, l’agenzia federale per la protezione ambientale, è già approdato sulla scrivania dello Studio Ovale e prevede un allentamento degli standard entrati in vigore sotto la precedente amministrazione. Dovrebbe essere annunciato martedì: manca solo l’approvazione del tycoon, noto per il suo assoluto scetticismo sull’impatto delle attività dell’uomo sul clima.

I vincoli federali varati dalla presidenza Obama sono tra i più severi al mondo e pongono gli Usa all’avanguardia sul fronte delle politiche per limitare l’emissione di gas serra. L’obiettivo è quello di fare circolare auto meno inquinanti, di ridurre i consumi di benzina e carburante diesel e di ridurre drasticamente le emissioni di diossido di carbonio.

Ora Motor City – la Detroit di Ford, Gm e Fiat Crhrysler – esulta, con la mossa di Trump che viene vista dai detrattori come un vero e proprio regalo all’industria dell’auto. Perché quegli standard sulle emissioni hanno creato non pochi problemi ad alcune case automobilistiche – anche straniere – finite sotto indagine federale proprio con l’accusa di aver violato le regole sulle emissioni.

Il New York Times, che ha anticipato il lancio del piano, non rivela ancora i dettagli, contenuti in 16 pagine. Molti aspetti sono ancora al vaglio degli esperti dell’Epa. Ma quello che con certezza si intravede all’orizzonte è un vero e proprio scontro legale e politico tra l’amministrazione centrale ed almeno 12 stati Usa, a partire dalla California. Quest’ultima in base al Clean Air Act del 1970 è stata sempre all’avanguardia sul tema della protezione ambientale, con la possibilità di fissare norme anti-inquinamento più dure rispetto a quelle federali.

“Siamo pronti a farlo anche stavolta”, assicura il procuratore generale dello stato, Xavier Becerra, commentando l’imminente decisione dell’amministrazione Trump. “Non spetta alla California decidere su tali questioni”, ha replicato Scott Pruitt, il ‘falco’ a capo dell’Epa con posizioni in materia di clima simili a quelle di Trump.

Ma con la California ci sono lo stato di New York, la Pennsylvania, il Massachusetts, e almeno altri nove stati. Il rischio è quello di dividere il Paese in due mercati distinti, con alcune auto autorizzate a circolare solo negli stati più permissivi e non in quelli piu’ virtuosi.

Intanto Pruitt è sempre più nell’occhio del ciclone per il sospetto di spese ‘gonfiate’. Dopo il caso dei voli per viaggi istituzionali compiuti in prima classe, nel mirino dei controlli sono finite le spese esorbitanti sostenute nella sua visita a Roma e in Vaticano nel giugno 2017: oltre 120 mila dollari, di cui oltre 30 mila legati a non precisati “aspetti della sicurezza”.

Quelle stesse spese per la sicurezza scoperte per viaggi privati, dal ritorno alla sua città d’origine di Tulsa alla vacanza in famiglia a Disneyland o all’evento di football del Rose Bowl. Al vaglio anche l’affitto in pieno centro di Washington ad appena 50 dollari a notte, pagati alla moglie di un noto lobbysta dell’energia.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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