Gattuso: “Juve imbattibile, ma sarà grande Milan”

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Gennaro Gattuso in panchina. ANSA/SIMONE VENEZIA

CARNAGO (VARESE). – Per inseguire la Champions al Milan serve un’impresa contro la Juventus, o quanto meno un pareggio in casa dei bianconeri, dove non vince dal 2011. L’ultima volta è stato decisivo un gol di Rino Gattuso, che durante la sosta pare aver pensato solo a come fare lo sgambetto a Massimiliano Allegri, senza preoccuparsi del rinnovo, che il ds Massimiliano Mirabelli gli ha prospettato per Pasqua.

“Dirà la società quando firmerò. Non ne posso più di sto c… di contratto. Non è la priorità, non ci saranno problemi” ha sbottato l’allenatore, che invece ne mette in conto più d’uno per uscire indenne dalla trasferta di Torino.

“Guardando i numeri non c’è storia. La Juve è imbattibile da sei anni ma noi faremo una grandissima partita, senza badare ai numeri”, è sicuro Gattuso, che si presenta allo Stadium con un Milan con 25 punti di ritardo dalla capolista, più giovane e meno esperto, che segna quasi un gol in meno a partita, e in compenso colleziona più tiri e più cross.

D’altronde i destini rossoneri passano spesso per Suso e Calhanoglu, intoccabili nel tridente senza un centravanti fisso. Dopo la rifinitura André Silva è favorito su Cutrone, pronto a eventualmente subentrare per dare la scossa, mentre ha poche chance Kalinic, subito reintegrato dopo l’esclusione per mancato impegno prima della sosta.

“Lo stimo molto e lui ha capito”, ha spiegato Gattuso, che insiste sulla necessità di tenere alta l’intensità e mettere da parte ogni individualismo. Anche nelle interviste. “Dobbiamo giocare da squadra, umili, col coltello fra i denti. La Juventus è nettamente più forte, è una macchina da guerra, con una grande mentalità, non ha paura di niente. Se pensiamo solo a difendere ne usciamo con le ossa rotte”, ha notato Gattuso che si gioca molto fra la sfida con i bianconeri e il derby di mercoledì prossimo: “Non possiamo sbagliare, abbiamo piccole speranze per la Champions e dobbiamo crederci”.

Suggestivo sarà il confronto con Allegri. “Max era il mio capitano a Perugia, avevo 16 anni e mi trattava come un giocatore vero dandomi sempre i premi – ha ricordato Gattuso -. Quando mi allenava al Milan ed ero reduce da un infortunio, aveva ragione a non farmi giocare: non ero quello di sempre. Gli ho chiesto scusa e da un paio d’anni c’è un grandissimo rapporto”.

Confronti come quelli con Allegri, in questi mesi Gattuso li ha avuti anche con Conti, quando il terzino scalpitava per rientrare a sei mesi dall’intervento al ginocchio, che ha subito ceduto di nuovo, tanto che rischia un’altra operazione. “Siamo stati abbastanza bravi a gestirlo bene, ma – ha ammesso l’ex mediano – non abbastanza bravi a farlo andare più tranquillo, e un po’ è colpa mia”.