Consumatori, allarme prezzi. Polemica aperture a Pasqua

Sindacati, no a lavoro festivo

ROMA. – L’inflazione torna a spingere sull’acceleratore e le associazioni dei consumatori avvertono: attenzione alla stangata in arrivo. Ma a tener banco fra commercianti, consumatori e sindacati è anche un altro tema, quello delle aperture dei negozi durante le festività pasquali.

Partendo dai prezzi, per il mese di marzo l’Istat ha stimato una ripresa del tasso di inflazione, con un +0,4% su base mensile e un +0,9% su base annua (da +0,5% di febbraio). A far preoccupare di più per le tasche dei consumatori è specialmente il rialzo subito dai prezzi del carrello della spesa – composto dai beni alimentari, per la cura della casa e della persona – che invertono la tendenza (a febbraio calavano dello 0,6%) e aumentano dello 0,8% su base mensile e dell’1,1% sull’anno.

Per una coppia con due figli significa spendere 352 euro all’anno in più. Lo dicono sia Codacons sia Unc che calcola pure come per un pensionato over 65 anni un’inflazione allo 0,9% si traduca in un aggravio di spesa di 177 euro annui, mentre per un single con meno di 35 anni in 185 euro.

Il rialzo dei prezzi è secondo Federdistribuzione principalmente dovuto a fattori stagionali, come l’anticipo della Pasqua rispetto all’anno scorso e le condizioni climatiche particolarmente avverse. Confcommercio la pensa allo stesso modo e aggiunge che la lieve ripresa dell’inflazione “potrebbe preludere a un ritorno alla normalità delle dinamiche inflazionistiche già dai prossimi mesi”.

E’ subito polemica invece sul tema “negozi aperti o chiusi nelle festività?”, legato allo sciopero unitario del commercio, indetto appunto per Pasqua e Pasquetta. Per i negozi indipendenti rappresentati da Confesercenti, la politica dell’ ‘aperto sempre’ è stata “un disastro”.

Così come secondo Susanna Camusso, segretario generale Cgil, la liberalizzazione introdotta dal governo Monti “ha mostrato tutti i suoi limiti e difficoltà”. Punta invece a garantire “la volontarietà” del lavoro festivo o domenicale Annamaria Furlan, segretario generale Cisl. Dall’altra parte della barricata si schierano i consumatori.

Con il Codacons che parla di polemiche “ipocrite” e l’Unc che invita i commercianti a non usare scuse: “se hanno chiuso molti piccoli negozi è per via della crisi dei consumi che, per quanto in leggera risalita, sono ancora al palo”.

(di Maria Chiara Furlò/ANSA)

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