Borsa Milano, unica d’Europa positiva nei primi tre mesi

MILANO. – Piazza Affari è l’unica borsa europea in territorio positivo da inizio anno. Nei primi tre mesi dell’anno il listino milanese ha guadagnato il 2,55% (+5,31% in dollari), malgrado la frenata registrata nel lunedì post elettorale dello scorso 5 marzo. E’ andata peggio a Londra, sotto dell’8,21%, Francoforte (-6,35%), Madrid (-4,42%), Parigi (-2,73%) e a Zurigo (-0,17%), che a fine dicembre aveva soffiato il primato per il 2017 proprio a Milano.

Negli Usa il Dow Jones ha ceduto il 2,49% mentre il Nasdaq è salito del 2,32%, nonostante i recenti scivoloni dei colossi del web e della tecnologia, che ieri sono tutti rimbalzati, superando indenni lo scandalo dei dati di Facebook (+4,42%): Nvidia è sopra del 4,6%, Amazon dell’1,11% e Microsoft del 2,1%. Bene anche Tesla (+3,24%), affondata due giorni fa dai conti e dal passo indietro di Nvidia sull’auto a guida autonoma.

Situazione poco rosea anche in Asia e nel Pacifico, con Hong Kong (+0,58%) sopra la parità a differenza di Tokyo, che nel primo trimestre ha perso il 5,76%, e Shanghai (-4,28%), colpita recentemente dalla guerra dei dazi con Washington. Positive anche Taiwan (+2,47%), Seul (+9,1%), Singapore (+0,74%) e Bangkok (+3,71%).

In Piazza Affari i titoli migliori da inizio anno sono stati quelli della moda, da Yoox-Nap (+29,11%), oggetto di un’Opa da parte del colosso del lusso svizzero Richemont, e Moncler (+18,03%). Seguono Poste (+16,21%), Exor (+12,93%) e Fineco (+11,37%). I peggiori sono invece Mps (-36,66%), Recordati (-22,69%), Saipem (-17,69%), Buzzi (-16,95%), Cnh (-13,13%) e Snam (-8,31%). Più tranquillo l’andamento di Unicredit (+6,43%), Fca (+6,33%) e Ferrari (+8,77%). Queste ultime, quotate anche a New York, dove hanno fatto decisamente meglio: +15,96% per il Cavallino Rampante e +14,96% per l’ex-Lingotto.

Le turbolenze sui mercati hanno quindi colpito più all’estero che in Italia, da sempre considerata come l’anello debole tra i Paesi più avanzati. In particolare Londra sconta il percorso in salita della cosiddetta ‘Brexit’, mentre New York e Shanghai hanno sofferto per la guerra sui dazi tra Cina e Usa, per ora solo combattuta a suon di minacce reciproche.

Madrid è stata penalizzata dall’irrisolta questione dell’indipendenza catalana mentre il voto italiano ha pesato relativamente. Il 5 marzo l’indice Ftse Mib scivolava a quota 21.819 punti (-0,42%), raggiungendo il minimo da gennaio dopo aver lasciato sul campo quasi il 4% in 4 sedute. Da lì è risalito fino a 22.857 punti (+4,75%) il 16 marzo per puoi oscillare fino agli attuali 22.411 punti.

(di Paolo Verdura/ANSA)