“I soldi di Fontana di Trevi hanno salvato mia figlia”

ROMA. – “Grazie anche alle monetine di Fontana di Trevi ho potuto curare mia figlia, ho potuto dare una casa e una vita a lei e alle altre due figlie: la Caritas ci ha potuto aiutare proprio per quelle monetine”. E’ il racconto di A., una mamma di 45 anni, fuggita dalla guerra nella ex Jugoslavia, madre di tre ragazze, una gravemente malata. “Io lavoro solo qualche ora al giorno e mio marito che ha sempre fatto il fornaio nel 2016 ha perso il lavoro e anche lui oggi fa solo lavoretti saltuari. Grazie alla Caritas però abbiamo un tetto e riusciamo ad andare avanti”, spiega A. che vuole rimanere anonima “perchè essere poveri non è una vergogna ma imbarazza ancora”.

Così grazie al gesto scaramantico di migliaia di turisti che nelle loro vacanze romane lanciano le fatidiche monetine nella speranza di ritornare nella città eterna, A. e con lei centinaia di persone in difficoltà, riescono con l’aiuto della Caritas, alla quale il Campidoglio ha rinnovato l’affidamento della gestione di quei soldi, a sopravvivere e ad alleviare le loro difficoltà.

La storia di A. in Italia comincia con un dramma: “Siamo venuti in Italia negli anni Novanta quando io avevo 23 anni. Da noi c’era la guerra. Avevamo scoperto che mia figlia maggiore a soli 3 anni aveva un tumore alla testa e siamo arrivati a Roma per poterla curare. L’idea iniziale era di fare l’intervento e tornare ma poi non è andata così. Un intervento non è bastato, sono iniziati i cicli continui di terapie e siamo rimasti qui”.

All’inizio, a mettere in contatto la famiglia con una parrocchia cittadina e in seconda battuta con la Caritas, è stata una signora romana, Rosaria, che ha preso a cuore la situazione di queste persone. “E’ stata il nostro angelo. – racconta A. – Ha conosciuto per caso mia figlia e mio marito in ospedale, quando io non ero ancora a Roma perché non avevo un posto dove stare. Capendo che alla bambina mancava la sua mamma, si è offerta di ospitarci tutti a casa sua per farci stare insieme, uniti. A quel punto sono partita alla volta dell’Italia dalla ex Jugoslavia. Siamo stati a casa di questa donna per ben sei mesi durante le cure, dormivamo tutti nella sua camera da letto mentre lei si era sistemata sul divano. Io la ringraziavo ogni giorno dal più profondo del mio cuore, ma al contempo stavo male perché non sapevo come ricambiare tanta generosità. Alla fine lei ha capito questo mio disagio e ci ha messi in contatto con una parrocchia vicino casa sua e con la Caritas, che da anni ci aiuta anche grazie alle monetine di Fontana di Trevi con cui ci pagano le bollette”.

Con quei soldi la Caritas riesce a pagare anche una casa a Roma nord alla famiglia, non distante dall’ospedale dove la figlia di A. è in cura. “Per noi è stato un grande aiuto per continuare a vivere – afferma -. Mi piacerebbe poter dire di non averne più bisogno ma purtroppo non è così. Oggi la mia figlia maggiore è invalida al 100% e frequenta un centro diurno. Le altre due vanno una all’Università, l’altra alle elementari. E di lavoro non ce n’è tanto”.

Dalle monetine di Fontana di Trevi la Caritas prende in media un milione di euro all’anno per finanziare diversi progetti di supporto a migliaia di persone povere, malate o con alte fragilità: l’assistenza domiciliare, l’emporio della solidarietà, il supporto nelle mense per i poveri, le case per mamme e bambini, il pagamento dei funerali o del trasferimento salme dei nullatenenti.

“Responsabilità, trasparenza, spirito di servizio e testimonianza: sono questi gli atteggiamenti che ci hanno guidato in questi anni in cui Roma Capitale ha affidato i proventi delle monete di Fontana di Trevi alla Caritas”, ha detto il direttore dell’organismo pastorale della Diocesi di Roma, monsignor Enrico Feroci.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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