Missione Governo: avanza la minaccia del voto a ottobre

La delegazione del Gruppo Parlamentare Misto della Camera con Guglielmo Epifani (C), Maurizio Lupi (S) e Manfred Schullian (D), mentre rilascia alcune dichiarazioni alla stampa nella Loggia d'Onore durante le consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo Governo. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Una nuova legge elettorale con premio di maggioranza per togliere a tutti “l’alibi di un Governo Frankestein”. E’ Giorgia Meloni a dire dal Quirinale quello che in queste ore pensano in molti: cioè che tenere dietro le quinte la possibilità di un Governo di tutti per sopravvivere meno di un anno, riformare il Rosatellum e tornare al voto nella primavera 2019, non è solo un incubo ma anche uno spettro che rallenta la formazione di un Governo di legislatura.

La prima giornata delle consultazioni è scivolata così come si prevedeva, noiosamente. D’altronde oggi i big – se si eccettua Giorgia Meloni – erano di riposo e saliranno al Quirinale solo domani. Pronti a ripetere al presidente della Repubblica le loro posizioni, veti e rigidità.

Sergio Mattarella è consapevole della difficoltà della crisi ed è disposto a concedere tempo ai partiti, decodificando dall’alto del Colle segnali che indicano come una trattativa sia stata avviata. E la fretta potrebbe essere cattiva consigliera. Per questo il presidente ascolta e annota le posizioni ma chiede anche. Si informa, ricorda che oggi vige un sistema proporzionale come tanti anni fa. E invita le forze politiche a tenerlo presente, ad uscire dalla logica del maggioritario, a iniziare a parlare seriamente di alleanze e programmi da condividere.

Forze politiche che saliranno di nuovo al Quirinale, con tutta probabilità a metà della prossima settimana per un secondo round di colloqui. In mezzo c’è tempo e Mattarella vuole che sia sfruttato bene perchè non è infinito.

All’orizzonte ci sono le elezioni regionali in Molise e Friuli (forse Salvini e Di Maio aspettano proprio quelle per rafforzarsi), ma anche la presentazione del Def, una serie di nomine pubbliche che vanno in scadenza e, da non dimenticare, l’importante Consiglio europeo di fine giugno. Sarebbe grave se l’Italia, anche la nuova Italia targata Salvini-Di Maio, non fosse a Bruxelles con un Governo in carica e un’agenda di idee.

Il barometro della crisi non si è mosso. Sono i giorni dell’esibizione muscolare, delle esclusioni e del controllo degli umori della propria base. Tutti, da Berlusconi a Salvini, da Martina a Di Maio non riescono ad uscire dal tatticismo. Ma attenzione, la proposta di Fratelli d’Italia di cambiare il Rosatellum anche senza un Governo attraverso un accordo in commissione speciale potrebbe non essere una boutade.

Roberto Fico guida Montecitorio e l’M5s è forte nei posti di comando: se ci fosse un accordo in due settimane potrebbe spuntare un nuovo Rosatellum con premio di maggioranza. E allora non ci sarebbe più bisogno di un Governo Frankestein. E se tutto fallisse si potrebbe rivotare a ottobre.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)

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