Mattarella sonda i partiti, nuovo appello M5s a Lega e Pd

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso dell'incontro con il presidente Emerito Giorgio Napolitano (D), in occasione delle consultazioni. ANSA/PAOLO GIANDOTTI/UFFICIO STAMPA QUIRINALE

ROMA. – Il barometro del primo giorno di consultazioni del Presidente della Repubblica sul governo non consente ancora di poter prevedere il sereno sulla strada della formazione di un esecutivo. Né passi avanti arrivano in vista degli incontri clou tra Sergio Mattarella e i partiti che potrebbero dare vita ad una maggioranza.

L’incrocio di veti paralizza il dialogo tra le forze potenzialmente in grado di esprimere un esecutivo nonostante lo sforzo mostrato dai 5 Stelle di presentarsi al Colle, come chiesto dal Capo dello Stato, con una proposta di accordo in grado di tracciare almeno una soluzione percorribile. Il ‘dicktat’ posto da Di Maio su Fi e sul Cavaliere blocca quel segnale che avrebbe potuto da subito agevolare il dialogo tra il M5s e la Lega sulla scorta della sottoscrizione di un contratto di programma alla tedesca.

Non solo i forzisti ma anche il Carroccio devono fare muro difendendo il nome di Silvio Berlusconi. Quest’ultimo non può che confermare la sua presenza alla guida della delegazione azzurra che salirà al Quirinale.”Scorporare la Lega da Fi per renderla subalterna al M5S è un sogno irrealizzabile” taglia corto il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani che giudica “puerili” e “antidemocratici” gli attacchi del leader M5s a Berlusconi e conferma: “domani non sarò io a salire al Colle”.

E parla di richiesta di “tradimenti inaccettabili” anche il capogruppo della Lega a Montecitorio, Giancarlo Giorgetti che avverte: “veti e pregiudizi portano solo di nuovo a votare”. Conferma tuttavia come prioritario il dialogo con il M5s anche se a partire dal programma del centrodestra. Ed è ottimista: “siamo in una fase nuova, dagli esiti imprevedibili”.

Si continua a trattare sottotraccia. Su più temi e su più fronti, anche quello delle nomine. Il leader M5s mantiene dritta la barra sulla sua proposta ma smorza i toni. Continua a proporre il suo ‘contratto’ di governo anche al Pd pur sapendo che in questa fase resta un’ipotesi irrealizzabile, sollecita dem e Carroccio a decidere “da che parte stare” e invita Salvini a scegliere “se rimanere ancorato al passato e a Silvio Berlusconi, un uomo – dice scegliendo con cura parole non offensive – che ha già avuto la possibilità di cambiare l’Italia ma non lo ha fatto”. Ma chiede anche di fare presto a vedere le controparti: “Speriamo di poter incontrare il prima possibile i due partiti”, per “metterci subito al lavoro”.

Il secondo forno aperto con il Pd però non si scalda. Il veto posto su Matteo Renzi non può che irrigidire il partito. Il renziano Ettore Rosato avverte: ” Di Maio si rivolge al Pd per aumentare il potere contrattuale con la Lega. E’ un teatrino” e non una “premessa” per un incontro. Ma un esponente della minoranza come Francesco Boccia non chiude: è ancora “troppo presto” per dare una risposta al M5s ma allo stesso modo blocca chi nel Pd guarda alla nascita del “governo dei perdenti”.

I partiti “vincenti”, invece, continuano intanto ad accordarsi in Parlamento dando in modo plastico una dimostrazione che un asse tra 5 stelle e centrodestra è possibile. Dopo le intese sulle presidenze e sugli uffici di presidenza di Camera e Senato Forza Italia ha votato un 5 Stelle alla Presidenza della Commissione speciale di palazzo Madama. “Abbiamo votato per Vito Crimi (M5s) presidente secondo gli accordi presi e loro hanno votato come vice presidente il nostro Giacomo Caliendo”, spiega il senatore azzurro Lucio Malan.

Al Colle intanto Mattarella ha incontrato i presidenti di Camera e Senato, il presidente emerito Giorgio Napolitano e poi la delegazione di Autonomie, quelle del Misto e di Fdi. Giorgia Meloni ha chiesto l’incarico per Salvini mentre Pietro Grasso ha espresso la disponibilità di Leu al dialogo escludendo il centrodestra e aprendo a M5s nel caso in cui metta al centro del suo programma lavoro, welfare e diritti civili.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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