Il morbillo debellato in America Latina, riappare in Venezuela: 12 morti nel Delta Amacuro

Medici e organizzazioni sanitarie denunciano una epidemia di morbillo in corso nel Delta Amacuro; tra Tucupita e Pedernales, si sono registrati 12 decessi di bambini colpiti dalla malattia.
Medici e organizzazioni sanitarie denunciano una epidemia di morbillo in corso nel Delta Amacuro; tra Tucupita e Pedernales, si sono registrati 12 decessi di bambini colpiti dalla malattia.

CARACAS. – Il Ministero Popolare per la Salute non ha dato cifre ancora, né spiegato che cosa veramente stia accadendo riguardo l’epidemia di morbillo. Ma è pubblica ormai la notizia che la malattia è riapparsa nel paese. E sembra abbia colpito il Delta Amacuro, soprattutto nei municipi di Tucupita e Pedernales dove 12 bambini sono morti.

La cifra è stata fornita dalla Direzione Sanitaria Regionale, la quale aggiunge che i decessi sarebbero stati di bimbi al di sotto del 6 anni tra dicembre 2017 e marzo 2018.

I casi riscontrati hanno oltrepassato i due municipi interessati fino ad arrivare alla zona del delta del fiume Orinoco, proprio dove abitano gli indios “warao.”

I Warao in pericolo

A questo riguardo, l’organizzazione Kapé Kapé, ha denunciato la morte di altri sei bambini in Morichito, una delle ramificazioni del delta.  Gli indios Warao vivono in condizioni precarie di salute e malnutrizione. A questo fatto gli si aggiunge che non sono coperti da alcun vaccino, perciò le condizioni sono propizie per l’esplosione di una epidemia che potrebbe decimarli.

A metà marzo, il medico Martín Márquez, Autorità Unica per la salute del Delta Amacuro, ha annunciato che si sarebbe applicato il vaccino contro il morbillo nel municipio Antonio Diaz, dove si trovano i Warao che abitano nelle ramificazioni. Ma finora, nulla è stato fatto.

Márquez ha spiegato che vaccinare le popolazioni di Warao è molto complicato ma lo è anche evitare che la malattia si diffonda perché i Warao sono tribù nomadi.

Ha pure ammesso che la popolazione in generale, non soltanto i Warao, non è coperta dal vaccino come stabilito da l’Organizzazione Panamericana della Salute che prevede che ben il95% sia vaccinato.

E con il morbillo, possono apparire complicanze respiratorie come la polmonite e la broncopolmonite che si riscontrano sovente in bambini denutriti e carenti di igiene, e specialmente nei Warao.

Oltre le 12 morti, le mostre di 160 casi sospettosi sarebbero state inviate all’Istituto Nazionale di Igiene Rafael Rangel. La risposta si fa ancora aspettare e intanto il morbillo va avanti.

L’OPS riporta 159 casi di morbillo nel 2018

Secondo l’Organizzazione Panamericana per la Salute (OPS) in Venezuela ci sarebbero stati ben 886 casi di morbillo da giugno 2017, dei quali 159 nel 2018.   A novembre del 2017, l’organizzazione ha annunciato che avrebbe aiutato la Sanità venezuelana a far fronte al morbillo. Gli stati coinvolti sarebbero stati Bolivar, che a quel tempo era il più colpito, e poi Anzoátegui, Delta Amacuro, Monagas e Sucre.

Ma sembra che nel Delta Amacuro la vaccinazione preventiva non sia stata eseguita bene. Quindi, la malattia si è diffusa.

“Oltre gli errori e le omissioni, manca informazione chiara riguardo l’epidemia” ha sostenuto una organizzazione di sostegno il 2 aprile, affermando che molti decessi sarebbero stati evitati se si fosse seguita la prassi della vaccinazione.

Colombia conferma quinto caso di morbillo

La Colombia, invece vaccina, soprattutto nelle zone di frontiera col Venezuela, dopo che il Ministero per La Salute ha annunciato il quinto caso di morbillo.

Come gli altri quattro, la Colombia sostiene che la malattia è stata importata dal Venezuela a conseguenza del flusso di migranti che entrano nel paese. Quindi, ha rafforzato le vaccinazioni nelle zone limitrofi.

I casi si sono presentati in Medellín (Antioquia), Santa Rosa de Cabal (Risaralda), Villa del Rosario (Santander), Arjona (Bolívar) e Cartagena (Bolívar).

Secondo il ministro Alejandro Gaviria non ci sarebbero ancora casi di colombiani ammalati ma ha insistito che la popolazione si vaccini ed informi se sospetta di correre rischi o presentare sintomi.

Brasile ne riporta 14

E anche Il Brasile riporta di avere avuto 14 casi di morbillo, tutti importati dal Venezuela perché i casi sono apparsi nello stato di Roraima, uno dei punti principali dai quali passano i migranti.

Il brasile ha chiesto all’Organizzazione Mondiale della Salute l’obbligo di vaccinare tutti i venezuelani che vogliano entrare nel paese.

Il morbillo proviene dal Venezuela

Dunque per la Colombia ed il Brasile, la malattia sembra provenire dal Venezuela. E di questo non ha dubbi José Félix Oletta, ministro della Salute tra il 1997 e il 1999. Oletta dirige la ong “Alianza Venezolana por la Salud” e sostiene che la profonda crisi economica della nazione, abbinata alla grave scarsità di medicine e farmaci e vaccini, alla fuga massiva di medici e alla corruzione abbiano devastato la sanità nel paese.

Quindi, non c’è da stupirsi che si riattivino malattie debellate come il morbillo e la difterite e che ora sono riapparse nel paese caraibico e minacciano di rimanere.

Più di 40 i decessi

Il sospetto che i decessi per morbillo abbia oltrepassato il numero 12 del Delta Amacuro sembra sia una realtà. I deputati dell’opposizione. Sia Larissa González che José Manuel Olivares affermano che le vittime di morbillo sarebbero più di 40.

Il deputato e medico Olivares, Presidente della Commissione per la Salute dell’AN sostiene che il problema del morbillo ha le sue radici nella grave situazione sanitaria del paese. Secondo Olivares, il governo non da informazione precisa sul vaccino, né su come ottenerlo. E si chiede, che fine abbia fatto visto che l’Organizzazione Panamericana della Salute lo avrebbe inviato.

Una situazione complicata che ricade sulla popolazione già stremata da altre malattie e mille problemi sanitari.

La crisi sanitaria è iniziata prima delle sanzioni

Ovviamente alcuni circoli biasimano le misure punitive per quanto sta accadendo. Ma esperti del settore sanitario affermano che la crisi nella sanità venezuelana è iniziata molto prima che gli americani proibissero di fare affari con il paese, misura presa in agosto 2017.

Il governo di Maduro ha sempre rifiutato qualsiasi tipo di aiuto umanitario. Anche organizzazioni come la Croce Rossa e la Caritas riportano il rifiuto. Maduro pensa che accettare l’assistenza straniera sia un elemento per sgretolare il suo governo e il socialismo del XXI Secolo introdotto da Hugo Chávez.

Comunque sia, la settimana scorsa la Commissione peri Diritti Umani dell’ONU ha adottato una risoluzione che condanna le sanzioni quando queste sono prese unilateralmente, affermando che le implicazioni incidono sempre sul più debole, ovvero sui poveri e le classi più vulnerabili. Su questo non c’è dubbio.

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