Facebook, 87 milioni di profili usati da Cambridge Analytica

Ombre di persone guardando il proprio cellulare e sullo sfondo il logo di Facebook.
Sospettati legami con entità straniere.

WASHINGTON. – Cresce la dimensione dello scandalo Facebook-Analytica, ossia dei profili del social media usati senza consenso dalla società inglese a fini elettorali, dalla Brexit alla campagna di Donald Trump. Sale infatti da 50 milioni a 87 milioni il numero degli utenti i cui dati sono stati utilizzati in questa vicenda.

“In totale, crediamo che le informazioni di Facebook di 87 milioni di persone, prevalentemente in Usa, possano essere state impropriamente condivise con Cambridge Analytica”, ha ammesso Mike Schroepfer, chief technology officer di Fb, nell’annunciare una serie di restrizioni del social media per proteggere meglio i dati personali dei propri utenti.

Una rivelazione che arriva nel giorno in cui è stata resa nota la data della testimonianza del ceo Mark Zuckerberg: l’11 aprile davanti alla commissione per il commercio e l’energia della Camera Usa. Zuckerberg si era detto pronto a deporre davanti al Congresso dopo che lo scandalo era esploso in tutta la sua gravità, facendo finire il numero uno di Fb nel mirino della Ue e delle autorità americane, di inserzionisti e utenti, mentre la sua società accumulava perdite di decine di miliardi in Borsa.

Zuckerberg era stato costretto a scusarsi pubblicamente, anche sui giornali britannici e americani, ma questo non aveva impedito la nascita di movimenti di boicottaggio del social media, con adesioni eccellenti, a partire da Elon Musk, che aveva cancellato l’account di Tesla e Space X.

Dopo aver ammesso di aver sbagliato, il ceo di Facebook aveva tentato di rilanciare promettendo un giro di vite per la tutela dei dati, in modo da rassicurare i due miliardi di persone che navigano sulla piattaforma social ma anche gli investitori. “Riusciremo a risolvere i problemi di Facebook, ma ci vorranno un po’ di anni”, aveva detto in una intervista rilasciata a Vox.

“Mi piacerebbe poter risolvere la questione in tre o sei mesi, ma la realtà è che alcuni di questi problemi richiederanno un periodo di tempo più lungo”, aveva spiegato, ricordando che “ci sono almeno 14 mila dipendenti che lavorano giorno e notte su questo, per rendere la piattaforma più sicura e per affrontare in maniera più efficace in futuro problemi come quello dell’interferenza russa nelle elezioni americane.

La prime misure sono entrate in vigore oggi, con una serie di restrizioni, dalla piattaforma Instagram alla storia di chiamate e testi, dai gruppi al login Fb sino all’accesso dei dati a parti terze (data providers e partner categories). “Sappiamo che abbiamo altro lavoro da fare”, ha ammesso Schroepfer, assicurando che tutte le persone interessate dal caso Analytica saranno informate.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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