Sequestro lampo per cinque turisti italiani in Cameron

ROMA. – “Siamo stati bloccati da un gruppo di oppositori del governo, ci hanno sequestrato i passaporti e le chiavi delle macchine ma non ci hanno fatto del male”. Alfredo Eggeman, uno dei 12 turisti (sette svizzeri e cinque italiani) sequestrati e poi liberati in Camerun ha raccontato così alla Radio Svizzera Italiana la loro disavventura, sottolineando che dopo qualche ora di trattativa tutto si è risolto. “Ora stiamo proseguendo il viaggio verso il Ciad”, ha precisato l’uomo a Ticinonline.

I cinque italiani Enrico Manfredini, Andrea Calderato, Andrea Miliardi, Claudio Diego Pontremoli e Gianfranco Brini e i sette svizzeri erano partiti il 24 marzo per un giro organizzato dal tour operator ticinese ‘African Adventures’ che dal Burkina Faso, dopo alcune tappe, sarebbe arrivato in Ciad.

Uno degli italiani, Manfredini, è un ex insegnante di 61 anni di Nonantola, alle porte di Modena, veterano di viaggi in Africa. Mentre Calderato, 51 anni, è originario di Arzignano (Vicenza) e residente da qualche anno nel veronese, a Soave. In Camerun erano diretti al Monte Manengouba per visitare l’area dei Laghi Gemelli, una regione dove già in passato c’erano stati incidenti simili. L

a sera di Pasquetta “siamo stati fermati fuori da un villaggio da persone armate che rivendicano diritti sui loro territori”, ha raccontato a sua volta Athos Ghiringhelli, titolare di African Adventures e anch’egli in viaggio. Ma, al contrario di quanto sostenuto dal governo camerunense che ha convocato una conferenza stampa per annunciare che i turisti erano stati liberati dalle forze di sicurezza di Yaoundé, Ghiringhelli ha precisato che i militari non sono affatto intervenuti e sono in realtà arrivati quando la vicenda si era già risolta.

Il gruppo è stato comunque ricevuto dal ministro degli Esteri del Camerun e, secondo media locali, ha incontrato gli ambasciatori italiano e svizzero. La procura di Roma ha aperto un fascicolo sul sequestro e a piazzale Clodio si attendono comunicazioni da parte della Farnesina su quanto accaduto.

Per la tv pubblica camerunense i sequestratori fanno parte delle milizie anglofone separatiste che operano nell’area di Nguti, nel dipartimento del Kupe Muanenguba e che dal 2016 rivendicano la secessione delle regioni del nord-ovest e del sud-ovest. Le rivendicazioni sono diventate sempre più violente all’indomani della dichiarazione ‘simbolica’ di indipendenza del primo ottobre 2017, con diverse centinaia di morti negli scontri tra separatisti ed esercito. Gli anglofoni rappresentano un quinto della popolazione e denunciano discriminazioni da parte della maggioranza francofona.

(di Eloisa Gallinaro/ANSA)

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