Mattarella aspetta ma ricorda: “Ora c’è il proporzionale”

Il presidente della Camera, Roberto Fico lascia a piedi il Quirinale al termine delle consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Roma. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – La prima giornata di consultazioni è scivolata via senza lampi. Esattamente come previsto. Ma Sergio Mattarella ha iniziato a prendere appunti, a orientarsi con i “piccoli” del nuovo Parlamento sapendo che per ora i giochi devono compiersi fuori dal Quirinale, attraverso incontri diretti. Come quello annunciato tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio che avverrà dopo le consultazioni. Per questo è ormai certo che il capo dello Stato convocherà un secondo giro di consultazioni dopo una breve pausa di riflessione.

Il secondo round potrebbe essere convocato per mercoledì prossimo. Ma il presidente non ha solo ascoltato le posizioni di quanti sono saliti al Quirinale: ha chiesto puntigliosamente a tutti quale alleanze abbiano in mente visto che il Rosatellum non ha portato una maggioranza parlamentare. Ma soprattutto Mattarella ha ricordato che il maggioritario non c’è più e che fino al 1994 c’era un proporzionale simile all’odierno. E che i Governi si facevano anche allora.

Una sottolineatura che a prima vista sembra scontata ma che in realtà è un richiamo alle forze politiche affinchè non restino ancorate a logiche che non esistono più. E che, piaccia o non piaccia, l’attuale sistema elettorale prevedeva “in nuce” la necessità di alleanze per formare il Governo. Un accento di realismo che dovrà essere tenuto di conto da tutti nel breve tragitto che separa queste prime consultazioni dalle seconde.

Dal primo giorno del primo giro di incontri – in attesa dei big (Berlusconi, Salvini, Martina e Di Maio) che sono previsti nella seconda giornata – si è comunque già capito qualcosa: ad esempio che LeU con Pietro Grasso ha ufficialmente confermato l’apertura sui programmi ai Cinque stelle, chiudendo al centrodestra. E non è un caso che tutti abbiano messo l’accento sulla necessità di formare un Governo, come tutti abbiano sottolineato il grande rischio che rappresenterebbe un ritorno alle urne.

In sostanza, tutti temono un ritorno anticipato al voto. Una tendenza che sarà confermata anche domani dando così spazio negoziale a un Mattarella che è parso, a chi lo ha incontrato, consapevole delle difficoltà e conscio dell’importanza di trovare il giusto equilibrio nel dare tempo affinchè non si perda tempo.

Il rischio che le consultazioni diventino un alibi per ritardare scelte che inevitabilmente vanno fatte è chiaro al presidente. Come è chiaro che bisogna agevolare il tentativo in atto tra M5s e Lega perchè al momento è l’unico che potrebbe portare a un governo di legislatura. Fonti del Quirinale confermano la difficoltà della situazione, nei primi colloqui, anche se va tenuto presente che sono saliti al Colle gruppi minori.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)

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