Mosca attacca: “Londra non può ignorare le nostre domande”

Vista del Kremlin a Mosca. EPA/YURI KOCHETKOV
Vista del Kremlin a Mosca. EPA/YURI KOCHETKOV

MOSCA. – La Gran Bretagna “si fa beffe del diritto internazionale”, ma “non potrà ignorare le nostre legittime domande”: in attesa della riunione di stasera del Consiglio di sicurezza dell’Onu e all’indomani del secco ‘no’ dell’Opac alla sua richiesta di un’indagine congiunta, la Russia torna all’attacco sul caso Skripal.

E lo fa proprio mentre la sua tv di Stato manda in onda la misteriosa registrazione di una presunta telefonata di Yulia Skripal alla cugina Viktoria. “Stiamo tutti bene. Non c’è nulla di irreparabile”, afferma la sedicente Yulia, lasciando intendere che a un mese dall’avvelenamento di Salisbury non solo lei sta meglio – come avevano già anticipato i medici inglesi che la seguono, e lei stessa ha confermato tramite la polizia britannica – ma non versa in condizioni disperate neanche suo padre, l’ex spia russa doppiogiochista Serghiei Skripal.”Adesso riposa, sta dormendo”, dichiara la donna che dice di essere Yulia.

Sull’autenticità della conversazione però non si può di certo mettere la mano sul fuoco, e non lo fa neanche la tv russa, avvezza a diffondere notizie e punti di vista in sintonia con la posizione del Cremlino. L’emittente sostiene che a fornirle la registrazione sia stata la stessa Viktoria Skripal, che vive in Russia e nei giorni scorsi ha fatto sapere di voler visitare i suoi parenti ricoverati in ospedale in Inghilterra. Viktoria ha poi confermato all’agenzia Interfax di aver parlato al telefono con la cugina 33enne.

Ma su questa vicenda ci sono parecchi elementi che non quadrano. A partire dall’uscita della stessa Viktoria, che in tv ha affermato che i suoi parenti potrebbero essere alle prese con una “intossicazione da pesce”. Poco dopo la pubblicazione della misteriosa conversazione telefonica, la polizia britannica ha diffuso un comunicato in cui Yulia Skripal dichiara di stare meglio e che le sue “forze crescono di giorno in giorno”. Ma chiede anche che venga rispettata la sua privacy e quella della sua famiglia.

Il caso Skripal ha ulteriormente deteriorato i già tesi rapporti tra Russia e Occidente, che si sono sfidati in un’espulsione di massa di diplomatici senza precedenti. La reazione più forte è arrivata dagli Usa, che hanno cacciato 60 diplomatici russi. E adesso altrettanti americani hanno dovuto lasciare la Russia.

Il laboratorio militare britannico di Porton Down ha identificato la sostanza tossica usata contro gli Skripal in un micidiale agente nervino della classe Novichok, che si ritiene sia stata sviluppata in Unione sovietica. Ma ha ammesso di non poter individuare la provenienza della tossina, facendo finire sotto una valanga di critiche il ministro degli Esteri Boris Johnson, che aveva invece assicurato che gli scienziati britannici dessero per certa l’origine russa del veleno.

Secondo Londra comunque le analisi sono “solo una parte” del materiale su cui si basano le accuse contro Mosca. Altri elementi, non meglio specificati, sarebbero stati forniti al governo May da fonti di intelligence. E il Times sostiene che gli 007 di Sua Maestà abbiano individuato “con un alto livello di probabilità” il laboratorio russo dal quale sarebbe uscito il Novichok.

Il Cremlino però si smarca dalle accuse. Secondo Putin, la tossina può essere prodotta in una ventina di Paesi diversi. “Accetteremo i risultati di qualunque investigazione a cui parteciperemo in maniera paritaria e che sarà trasparente e non segreta”, ha detto da parte sua il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov. Al Consiglio di sicurezza dell’Onu, Russia e Gran Bretagna si daranno ancora una volta battaglia.

(di Giuseppe Agliastro/ANSA)

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