Europa League: Lazio cuore e orgoglio, Salisburgo domato

I giocatori della Lazio festeggiano la vittoria. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Simone Inzaghi festeggia i 42 anni con una vittoria vietata ai deboli di cuore. La fama di squadra difficile da affrontare che aveva preceduto il Salisburgo non è usurpata, al di là di quel che potrebbe lascia immaginare il 4-2 finale. Arrivati all’Olimpico imbattuti da 35 incontri tra campionato e Coppe, gli austriaci si sono rivelati davvero assai coriacei e scorbutici. Pressing asfissiante, raddoppi continui, tanto possesso, palleggio prevalentemente ad un solo tocco.

L’11 messo in campo dal tedesco Marco Rose è stata una bestia difficile da domare, anche se a scorrere i nomi dei titolari si fatica a riconoscerne qualcuno. Basti dire che in Europa il Salisburgo non perdeva da 19 partite (11 vittorie e 8 pareggi). Questo è il primo ko dopo 10 partite esterne senza sconfitte.

E nemmeno la partenza sprint della Lazio è bastata ad ammorbidire l’avversario. Il gol già all’8′ di Lulic (il suo primo in questa edizione di Europa League) – con un tocco ravvicinato su cross dalla destra di Basta – pareva aver messo in discesa la sfida per i biancocelesti. Invece proprio qui i ragazzi targati Red Bull hanno dimostrato di avere nervi saldi, non snaturando il loro gioco, fatto di una ragnatela di passaggi a velocità frenetica.

Gli errori non sono mancati perché i Messi ed i Cristiano Ronaldo giocano altrove, ma comunque nel primo tempo è bastato ad ingabbiare le ripartenze laziali. Finché, al 28′ gli austriaci hanno sfruttato al meglio una ingenuità di Basta che, per contrastare l’israeliano Dabbur, ha alzato un braccio colpendolo – difficile dire quanto volutamente – al volto. L’attaccante è rimasto a terra, mentre l’arbitro rumeno Hategan faceva proseguire il gioco. Ma, richiamato da un assistente, ha prima ammonito il serbo e poi fischiato il rigore, trasformato da Berisha.

Uno pari e Salisburgo al riposo psicologicamente in vantaggio, complice un erroraccio di Milinkovic (43′), che ha spedito a lato di testa, da ottima posizione, un cross di Lulic.

Dagli spogliatoi è rientrata una Lazio ancor più determinata ed al 4′ Parolo l’ha riportata in vantaggio con uno splendido colpo di tacco. Nemmeno il Salisburgo si è però accontentato, provando a colpire ancora con Ulmer (11′, parata di Strakosha in due tempi). Inzaghi al 20′ ha tolto Luis Alberto e Basta per inserire Felipe Anderson e Patric.

Ma il segno lo ha lasciato per primo il giapponese Minamino, in campo da meno di un minuto, quando (26′) si è inserito velocissimo nella distratta retroguardia laziale, siglando il 2-2. In pochi, a quel punto, avrebbero scommesso sulla capacità dei biancocelesti di reagirei. Invece, complice l’unico passaggio davvero a vuoto della formazione austriaca, in tre minuti (tra il 29′ ed il 31′) sono arrivate le reti di Felipe Anderson – gol che il brasiliano si è confezionato tutto da solo – ed il sigillo di Ciro Immobile, alla settima marcatura europea.

Due reti che hanno portato un po’ di tranquillità in vista del ritorno, anche se l’accesso in semifinale non sarà facile da strappare contro questo Salisburgo così ben organizzato.

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