Tv Iran censura le mammelle della lupa capitolina nel logo della Roma

La Lupa de Roma censurata

ROMA. – I rigidi costumi dell’islam ortodosso in Iran hanno creato un nuovo caso in Italia, dopo quello delle statue coperte ai musei capitolini per non offendere il presidente Rohani. La tv pubblica di Teheran ha oscurato le mammelle della lupa capitolina nel logo dell’As Roma durante la partita di Champions con il Barcellona. “Siamo fieri del simbolo che rappresenta la nostra città”, hanno replicato dal Comune guidato da Virginia Raggi. Il più importante torneo calcistico europeo, si sa, attira milioni di fan da tutto il mondo.

Così la gara d’andata dei quarti di finale tra Barcellona e Roma ha attirato l’attenzione anche del pubblico televisivo iraniano. Ad un certo punto, però, sul terzo canale dell’emittente di stato si è visto qualcosa di insolito. Il logo della squadra giallorossa ritrae il mito dei gemelli fondatori Romolo e Remo allattati dalla lupa, che è soprattutto l’icona della nascita della città.

Nonostante questo, la produzione iraniana deve aver ritenuto che tali ‘nudità’ potessero offendere i propri telespettatori. Ed ha deciso di sfocare le mammelle da cui i gemelli si nutrono. Sui social media non sono mancate le prese in giro. “In tremila anni, Romolo e Remo sono stati privati del latte materno, ma l’emittente statale iraniana li ha privati persino del latte della lupa”, ha scritto su Telegram il giornalista sportivo iraniano che vive in Danimarca Mehdi Rostampour.

Su Twitter, il tono dei commenti, chiaramente sarcastico, è stato che il pubblico davanti alla tv si sarebbe potuto sentire “provocato dal seno della lupa!”. Il Movimento 5 Stelle, che amministra Roma, ha commentato senza calcare i toni, ma in modo netto: “Ogni giorno girando per Palazzo Senatorio abbiamo la fortuna di apprezzare la bellezza integrale della lupa capitolina. Anzi, invitiamo tutti i cittadini del mondo a venire a vederla in loco”, ha affermato il capogruppo in Campidoglio Paolo Ferrara. Aggiungendo che “sull’opportunità di censurare o meno un simbolo come questo ognuno è libero, anche di farsi la propria idea: noi non lo avremmo mai fatto”.

Una vera e propria bufera, invece, era scoppiata a gennaio del 2016, quando le nudità delle statue dei musei capitolini erano state coperte per non urtare la sensibilità del presidente iraniano Hassan Rohani in visita. In quell’occasione, il governo guidato da Matteo Renzi aveva preso le distanze, parlando di scelta “incomprensibile” ed avviando un’indagine interna per individuare i responsabili.

Nel mirino era finito l’ufficio del cerimoniale, ma l’opposizione aveva attaccato l’esecutivo, chiedendo anche la testa del ministro della Cultura Franceschini. Tutto questo mentre il caso delle statue con i paraventi faceva il giro dei media di tutto il mondo, che non risparmiavano critiche e ironie per l’eccesso di zelo italiano.

(di Luca Mirone/ANSA)

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