Berlusconi è con Salvini, ma restano i sospetti sulle mosse della Lega

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Silvio Berlusconi.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Silvio Berlusconi. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

ROMA. – Nessuno nel centrodestra è pronto a fare pronostici sulla ritrovata unità della coalizione che a meno di 24 ore dalla conclusione del primo giro di consultazioni al Quirinale torna a serrare i ranghi. La proposta di Matteo Salvini (in realtà il copyright è di Giorgia Meloni) di presentarsi insieme da Mattarella la prossima settimana avanzata a Berlusconi e alla leader di FdI ha avuto come effetto immediato quello di mettere sotto il tappeto le divisioni emerse, dopo la fumata nera al Quirinale, tra il leader di Forza Italia ostile ad un governo con i pentastellati ed il segretario della Lega che invece continua a guardare proprio ai Cinque stelle come partner per il futuro esecutivo.

La ‘mossa’ di Salvini preceduta da una telefonata e da un lavorio dei pontieri per evitare di rompere l’asse ha innanzitutto un obiettivo tutto interno al centrodestra e cioè tranquillizzare il leader di Forza Italia sulla tenuta della coalizione. Presentandosi insieme – è il ragionamento che fanno diversi azzurri – i tre leader saranno gli ultimi ad essere ricevuti dal Capo dello Stato per cui anche visivamente daranno un segnale chiaro su chi sia la forza con maggiore possibilità di formare il governo.

Ma se è vero che puntellare il centrodestra offre a Salvini la possibilità dialogare con il Movimento Cinque Stelle partendo da una posizione rafforzata (37% contro il 32% di Di Maio) pare che la decisione del leader della Carroccio di tenere insieme i fili del centrodestra ed evitare non solo divisioni ma di essere lui il colpevole della spaccatura sia dovuta anche ai dubbi e malumori che arrivano dai leghisti sul territorio ed in particolare da chi è impegnato nelle giunte con il centrodestra.

Discorso diverso per il Cavaliere che invece andando al Quirinale insieme con Meloni e Salvini lancia un messaggio chiaro a Luigi Di Maio: Fi non accetta di avere un ruolo da comparsa. Certo, ad Arcore vige la cautela anche sulle mosse del leader della Lega che comunque continua ad avere un canale di dialogo privilegiato con i pentastellati. Tant’è che prima del secondo giro di consultazioni Berlusconi avrebbe chiesto che si faccia chiarezza sui punti di programma e su cosa dire al Capo dello Stato.

Scegliere non è semplice per il leader di Forza Italia al bivio tra chi gli consiglia di rompere con la Lega ed evitare di fare da ‘stampella’ ad un esecutivo “populista” (come possiamo reggere politicamente una legge sul conflitto d’interesse?, è la domanda che è stata rivolta all’ex capo del governo) e quanti, vertici aziendali per primi, spingono perchè gli azzurri non restino isolati e Forza Italia abbia comunque un ‘piede’ nell’esecutivo.

(Di Yasmin Inangiray/ANSA)

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