Siria, Ong: “Circa cento uccisi in attacco chimico a Duma”

Foto di Syrian Arab news agency (SANA). EPA/SANA

ROMA. – Sale a circa cento morti tra cui bambini e donne, il bilancio di un sospetto attacco chimico attribuito al governo siriano a est di Damasco, nella cittadina di Duma, ultima roccaforte di miliziani anti-regime.

Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), i primi bilanci di decine di uccisi si sono aggravati a causa della gravità delle condizioni di salute di numerose persone che hanno mostrato segni di soffocamento e difficoltà respiratorie. Il precedente bilancio parlava di almeno 70 uccisi.

Non c’è stato alcun attacco chimico in Siria, “alcuni Paesi occidentali” stanno cercando di impedire la ripresa di un’operazione contro l’Isis a Duma e “a tal fine stanno usano il solito argomento preferito dell’uso di armi chimiche da parte delle forze siriane”. Così il generale Yuri Yevtushenko ha respinto le accuse su un uso di armi chimiche da parte del regime siriano nell’attacco costato la vita a 70 persone a Duma.

Yevtushenko ha aggiunto che la Russia era pronta ad “inviare specialisti in protezione da radiazioni chimiche e biologiche a Duma dopo la sua liberazione dai combattenti, per raccogliere dati che confermerebbero la natura artificiale di queste accuse”.

Interviene anche il Papa che chiede con forza la fine degli stermini e delle armi chimiche in Siria. “Giungono dalla Siria notizia terribili con decine di vittime, di cui molte donne e bambini”, notizie di tragici effetti “dell’uso di armi chimiche”: “preghiamo per tutti i defunti per le famiglie che soffrono”, afferma Francesco, e aggiunge: “Non c’è una guerra buona e una guerra cattiva e niente può giustificare l’uso di tali strumenti di sterminio contro persone e popolazioni inermi. Preghiamo perché i responsabili politici e militari scelgano un’altra via: quella del negoziato, la sola che può portare una pace che non sia quella della morte e della distruzione”.

E il presidente Usa, Donal Trump, va all’attacco:  “Il presidente Putin, la Russia e l’Iran sono responsabili per il sostegno all’animale Assad. Grande prezzo da pagare”, scrive su Twitter