Gullit: “I campioni non vengono più in Italia”

Ruud Gullit al microfono di Emilio Buttaro

Le treccine sono sparite ma il carisma è sempre quello di un tempo. Lo stesso che permise a Ruud Gullit di essere pedina fondamentale di quel Milan capace di incantare e vincere tutto. Suo il Pallone d’Oro del 1987, poco prima di alzare al cielo con la maglia rossonera ben due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.

“Adesso i campioni non vengono più in Italia – spiega il fuoriclasse olandese a Firenze poco dopo essere entrato nella Hall of Fame del calcio italiano – i migliori giocatori ora scelgono la Premier, il Barcellona ed il Real. Non è solo una questione di soldi ma di fascino”.

Il Milan è sempre nei suoi pensieri anche se “non sarà facile tornare a dominare nel mondo. Dei giocatori rossoneri di oggi non conosco nessuno in maniera approfondita ma leggo di giovani interessanti. Per poter giudicare Gattuso servono almeno tre anni e credo che la sua prima sfida sia quella di creare un gruppo forte”.

Ma che Mondiale sarà senza Italia e Olanda? “Voi non siete abituati ma risalirete presto. Sono convinto che anche l’Olanda tornerà grande. Il mio è un Paese piccolo ed i nostri talenti se ne vanno già a 15-16 anni in Inghilterra e in Germania”.

E proprio in occasione della Hall of Fame del calcio italiano, un altro rossonero illustre Billy Costacurta oggi vicecommissario federale ha annunciato che dalla prossima stagione verrà introdotto il Premio Fair Play Davide Astori, un modo per ricordare un ragazzo simbolo di correttezza e lealtà. “Giusto dedicare a lui un’iniziativa del genere – ha detto ancora Gullit – è una tragedia incredibile e sono vicno alla sua famiglia. Pensiamo sempre che i giocatori siano sani però in realtà nessuno è di ferro”.

Un giocatore in cui oggi Ruud si rivede? “Ognuno è unico e non si può paragomare a un altro. Ho avuto i miei tempi e ringrazio molto l’Italia che mi ha dato tanto come calciatore e come uomo”.

Infine una battuta sulle treccine: “Quando ho chiuso con il calcio ho cambiato tutto, compreso il look. Essere famoso è bello ma avevo bisogno di riprendermi la mia vita privara”.

Emilio Buttaro

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