Presidente del Senato, Elisabetta Casellati: “Il femminicidio non è un delitto d’amore”

Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, libertà di stampa
Presidente del Senato, Elisabetta Casellati

ROMA. – “Non esistono gli assassini per amore. L’amore non c’entra. L’amore non uccide mai”. Scandisce bene le parole la neopresidente del Senato, Elisabetta Casellati, davanti alla folta platea che ha aperto oggi la due giorni di studio sulla violenza di genere organizzata dal Consiglio Superiore della Magistratura alla Biblioteca nazionale di Roma.

L’ex consigliera del Csm lancia un monito ai mezzi di comunicazione per rilanciare la lotta alla violenza sulle donne. Un tema che non può essere risolto solo “con il diritto penale” o con “l’innalzamento delle sanzioni”, ma – soprattutto – con “la modifica della coscienza collettiva”, come ha sottolineato il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, tirando in ballo “un immaginario comune dei rapporti tra generi che affonda le proprie radici in arcaici e retrivi convincimenti”.

Ed è proprio il cambiamento della concezione del rapporto uomo-donna il tema sul quale il convegno ha cercato di puntare i riflettori. “Il femminicidio – ha detto il procuratore generale della Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio – è più un epifenomeno che trova la sua origine non in una coscienza o impulso criminale bensì in un contesto sociale di degrado culturale, nell’assenza e scarsa crescita di un livello sociale e culturale che vede ridotta la consapevolezza del rapporto uomo-donna in ogni ambito della vita personale, di coppia, familiare e di lavoro”.

Per contrastare il fenomeno è necessario ripartire “dalle scuole, dalla cultura intesa in senso largo, dalla formazione”, come spiega Legnini. La violenza di genere, spesso, è “frutto della violenza delle parole, dei termini dell’uso indebito e discriminatorio della forza”.

Importante anche il lavoro del terzo settore nei confronti di chi le violenze le ha subite. Di quelle donne che, troppo spesso, “non denunciano, per paura di ritorsioni e ulteriori maltrattamenti”, come è stato ribadito più volte durante la prima giornata del convegno.

“Ritengo fondamentale il ruolo del terzo settore per sostenere e aiutare le vittime di violenza nella fase immediatamente successiva a quella della denuncia – sottolinea la Casellati -. La presenza sempre più diffusa di strutture specializzate nell’assistenza eviterà a queste donne, già in forte difficoltà, di dover subire un ulteriore odioso ricatto: se mi denunci, ti sbatto fuori di casa, ti rovino economicamente perché magari non sei autosufficiente. Di esempi, purtroppo se ne potrebbero fare molti”.

La presidente del Senato ha anche auspicato “processi rapidi” nei casi di violenze di genere, trovando l’appoggio anche dell’Anm che si è detta disponibile a confrontarsi con il legislatore per lavorare su “norme che permettano l’accelerazione della celebrazione dei processi, senza le quali l’azione giudiziaria non può essere efficace nei termini in cui tutti chiediamo ed auspichiamo”.

Nonostante “molto sia stato fatto, c’è ancora bisogno di lavoro”, la conclusione di Legnini che ha auspicato maggiore sinergia tra gli organismi coinvolti. “Non è più rinviabile – ha detto – la necessità che ciascuna delle istituzioni, e ciascuno di noi, faccia la propria parte”.

(di Domenico Palesse/ANSA)

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