Allarme di Macron: “L’Europa rischia una guerra civile”

Iil presidente francese Emmanuel Macron lancia l'allarme

STRASBURGO. – “C’è il rischio di una guerra civile europea”. Dalla plenaria dell’Europarlamento, il presidente francese Emmanuel Macron lancia l’allarme sul pericolo rappresentato da populisti, sovranisti ed euroscettici. E mette in guardia le democrazie europee dai “sistemi illiberali” e dagli “egoismi nazionali”, evocando la necessità di una nuova sovranità europea.

“Non voglio far parte della generazione dei sonnambuli”, ha scandito il capo dell’Eliseo, facendo riferimento a quelli che “hanno dimenticato il proprio passato e i tormenti del proprio presente”. Di fronte agli “autoritarismi”, nel suo discorso manifesto sul futuro dell’Europa Macron non ha avuto dubbi sulla risposta che l’Unione deve dare: “L’autorità della democrazia” e “non la democrazia autoritaria”.

L’obiettivo per il leader francese è spingere verso una “sovranità europea”, che sia “più grande della nostra, ma complementare”. Ed in questa prospettiva, alla vigilia dell’incontro di giovedì con la cancelliera tedesca Angela Merkel, ha condannato la paralisi delle riforme, chiedendo di andare avanti sul completamento dell’unione bancaria: “Gli impegni presi vanno completati e dobbiamo mettere in atto le riforme”, ha avvertito.

“E’ la parte di responsabilità che spetta agli Stati membri”, ha ricordato Macron, chiedendo di “andare verso più solidarietà nell’Unione economica e monetaria” in quanto “siamo dotati di strumenti di responsabilità, ma non abbiamo preso decisioni in materia di solidarietà e non c’è alcuno spazio monetario al mondo che funzioni con le costrizioni della moneta unica senza una capacità di bilancio che permetta investimenti, convergenza e stabilità in caso di crisi”.

Quindi il monito: “Se non decidiamo nei prossimi mesi un avanzamento istituzionale e organizzativo che permetta più stabilità e capacità di investire, non andremo avanti in Europa”. Poi le migrazioni, quando ha proposto di “sbloccare il dibattito tossico, avvelenato”, ma anche “la riforma di Dublino e la ridistribuzione”.

Tra Francia e Italia “c’è una perfetta intesa”, ha assicurato il capo di Stato francese, spingendo sulla riforma dell’asilo comune “con le stesse regole valide per tutti”. Sulla Siria invece Macron ha affermato che l’intervento insieme a Gran Bretagna e Stati Uniti contro i siti di armi chimiche “non c’entra nulla con l’Iraq e la Libia”. “Noi – ha precisato – non abbiamo dichiarato la guerra a nessuno e non siamo intervenuti dichiarando guerra. Ma abbiamo salvato l’onore della comunità internazionale”.

Insomma, mesi dopo il famoso discorso alla Sorbona, dai banchi dell’Europarlamento Macron è tornato alla carica per spingere l’Unione ad andare avanti nel progetto comune. “La Francia è tornata”, gli ha dato atto il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, elogiando il suo discorso ma avvertendo allo stesso tempo che “l’Ue non è un club guidato da Francia e Germania, bensì un’Unione a 28”. L’elezione di Macron, ha affermato Juncker, ha dato una “nuova speranza all’Europa”, ma l’Europa, ha insistito, “è un insieme”.

Anche il presidente del Pe, Antonio Tajani, ha ringraziato il leader francese per questo “vero dibattito europeo in favore della democrazia” e dell’integrazione europea.

Da Berlino la risposta a Macron non si è fatta attendere: “La Germania darà un proprio contributo autonomo, e troveremo entro giugno una soluzione comune con la Francia”, ha detto Angela Merkel. “Metteremo in piedi un pacchetto forte”, ha aggiunto la cancelliera, che però ha anche di fatto affossato l’idea di trasformare l’Esm nel Fondo monetario europeo osservando che per farlo servirebbe una modifica dei Trattati.

(dell’inviato Giuseppe Maria Laudani/ANSA)