Israele ora teme un attacco iraniano dalla Siria

Foto LaPresse

TEL AVIV. – Alla vigilia della Festa dell’Indipendenza, Israele teme un possibile attacco dell’Iran dalla Siria: in particolare, dalle basi dei Guardiani della Rivoluzione di Teheran, dislocate nel territorio di Damasco, con missili terra-terra e droni armati. Non a caso ai media dello Stato ebraico sono state diffuse foto e mappe di ricognizioni aeree che indicano come l’Iran abbia consolidato la sua alleanza militare con il regime di Assad sotto gli auspici del comandante della forza aerea dei Guardiani, generale Amir Ali Hajizadeh.

Le basi aeree indicate dalle foto sono cinque: la già colpita base T4 nella Siria centrale, l’aeroporto di Aleppo, lo scalo di Damasco, un altro campo di aviazione a sud della capitale e la base di Deir ez-Zor. La diffusione delle foto e delle mappe è stata giudicata dagli analisti israeliani come una forma di deterrenza preventiva nei confronti dei Guardiani: lo Stato ebraico conosce la dislocazione delle basi e tutte sono possibili bersagli se le minacce fossero messe in pratica.

“Non c’è indicazione di quando” uno di questi attacchi di Teheran possa aver luogo, ma “le feste dell’Indipendenza di giovedì – ha scritto il sito di Times of Israel – sono un’occasione invitante per l’Iran”. La possibile offensiva dei Guardiani – secondo lo stesso sito – sarebbe solo l’inizio, al quale seguirebbero successivi scontri tra Israele ed Iran condotti questa volta da fiancheggiatori di Teheran, come gli Hezbollah libanesi. Non è un mistero che l’Iran abbia giurato di reagire dopo il raid di inizio mese sulla base T4, vicino Palmira, nel centro della Siria.

“Il regime sionista – ha minacciato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran Bahram Qasemi – sarà punito”. Nel raid sulla base T4 – che ieri una fonte militare israeliana ha confermato essere opera di Israele – sono rimasti uccisi almeno sette membri dei Guardiani stessi, incluso il comandante del programma droni, colonnello Mehdi Dehghan. Da quella base era partito a febbraio il drone – poi rivelatosi armato – intercettato e abbattuto dall’aviazione israeliana.

“Questa è la prima volta – ha sottolineato la fonte militare ebraica al New York Times – che abbiamo visto l’Iran, e non chi agisce per conto suo, fare qualcosa contro Israele. E ciò ha aperto una nuova era”. In questo clima di tensione, accresciuto dai recenti raid degli Usa e degli alleati, l’apparato di difesa dello Stato ebraico è in allerta ed ha rafforzato le difese aeree e terrestri al nord. I comandi dell’aviazione hanno annullato la partecipazione di velivoli F15 ad un’esercitazione in Alaska a causa della “situazione di sicurezza”.

“L’esercito – hanno riferito esponenti della difesa ai media – farà di tutto per assicurare che il Giorno dell’Indipendenza passi tranquillamente e che i cittadini di Israele possano festeggiare l’anniversario. Ma siamo pronti a qualsiasi scenario”.

(di Massimo Lomonaco/ANSA)

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