Monito Fmi: “Priorità Italia sia risanamento credibile”

Logo del Fondo Monetario INternazionale.
Logo del Fondo Monetario INternazionale. (Ansalatina).

NEW YORK. – La ”priorità” per l’Italia è un piano di risanamento di bilancio ”credibile e ambizioso” che consenta di incanalare l’elevato debito pubblico in una traiettoria di calo. Il monito del Fondo Monetario Internazionale arriva mentre Confindustria prevede un rallentamento della crescita italiana nel primo trimestre, con un pil ”sotto le attese agli inizi del 2018”.

E mentre l’Istat segnala l’ennesima flessione degli ordini all’ordini all’industria, scesi in febbraio dello 0,6% a fronte del +0,5% segnato dal fatturato. Ma l’allarme non è un fenomeno solo italiano: il Fmi lo lancia a livello globale, mettendo allo stesso tempo in guardia sull’aumento dei rischi a breve e medio termine per la stabilità finanziaria.

Da qui l’invito alle banche a continuare a rafforzarsi, soprattutto in Europa dove concentrati gli istituti più deboli e con il maggior stock di non performing loan. Nonostante i progressi, i crediti deteriorati restano elevati in Ue: sono 900 miliardi, concentrati nelle mani delle banche di Irlanda, Italia e Spagna. Risolvere il nodo dei non performing loan è essenziale per l’erogazione del credito e quindi per la ripresa economica, sulla quale pesa un macigno da 164.000 miliardi di dollari di debito, pari al 225% del pil.

Il Fmi constata per l’Italia un miglioramento dei pubblici, pur posticipando il pareggio di bilancio al 2021. Questo pero’ non basta: ”serve un piano” è l’appello degli economisti del Fmi, che suggeriscono a Roma diverse possibili strade da seguire: aumentare le spese di capitale, spostare la tassazione verso la ricchezza e gli immobili e ampliare la base imponibile”.

Gli sforzi in corso nel Belpaese ”per ridurre l’attuale spesa (inclusa l’elevata spesa pensionistica) potrebbero creare spazi per misure pro-crescita e inclusive” aggiunge il Fondo, secondo il quale l’Italia così come la Germania dovrebbe in parte devolvere la spesa pubblica a un ampliamento della forza lavoro.

L’obiettivo è quello di ridurre gli effetti negativi dell’invecchiamento della popolazione tramite programma per la formazione e soprattutto per l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro. Il Fmi prevede per l’Italia un debito in calo quest’anno sotto il 130%, al 129,7% nel 2018 e al 127,5% nel 2019. Il deficit scende allo 0,9% quest’anno a fronte di un’avanzo primario dell’1,9% nel 2018 e 2,5% nel 2019.

La spesa pubblica è prevista calare dal 48,6% del 2017 al 48,2% del 2018, per poi tornare a salire al 48,4% nel 2019, con le entrate fiscali al 46,7% quest’anno e al 47,5% il prossimo. Al 2023 il debito italiano si attestera’ al 116,6% del pil, superato ‘a sorpresa’ da quello degli Stati Uniti: complice la riforma delle tasse di Donald Trump il disavanzo statunitense schizzera’ nei prossimi anni fino a raggiungere il 116,9% nel 2023, quando si affermerà come il terzo piu’ alto fra le economie avanzate alle spalle di Grecia e Giappone.

”I conti pubblici americani preoccupano” afferma il Fmi, cosi’ come preoccupa la Cina, responsabile della maggior parte della crescita dell’indebitamento privato dalla crisi finanziaria. Il boom del debito a livello mondiale minaccia la ripresa, soprattutto alla luce dell’atteso rialzo dei tassi da parte delle banche centrali e all’aumentare delle tensioni finanziarie.

Gli ”investitori e i politici” devono prendere consapevolezza dei rischi associati all’aumento dei tassi di interesse dopo anni di basso costo del denaro e bassa volatilità, mette in evidenza il Fmi citando il forte calo delle Borse di febbraio come esempio di quello che potrebbe accadere a fronte di un balzo repentino della volatilita’.