Scuola: a Trieste da settembre in classe lo sloveno

TRIESTE. – Non più lingua di minoranza lo sloveno entra nelle classi delle scuole medie di Trieste come lingua comunitaria e potrà essere scelta come seconda opzione al tedesco, spagnolo e francese a partire dal prossimo anno scolastico. Lo ha stabilito il Miur in una nota di risposta a uno specifico quesito in materia presentato da alcuni istituti del Friuli Venezia Giulia e accogliendo la richiesta di riconoscimento ordinamentale dell’insegnamento dello sloveno come seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado.

La nota è datata febbraio scorso e sostanzialmente sancisce una situazione in parte già attuata, almeno nelle zone confinarie dove sono presenti in Italia numerose comunità slovene, aree sottoposte ad accordi istituzionali che prevedono forme di integrazione e di salvaguardia delle culture minoritarie.

Di fatto, l’insegnamento dello sloveno come seconda lingua comunitaria in questo grado di istituti, era già in atto in via sperimentale da tempo come, tra gli altri, confermano i dirigenti scolastici dell’Ic “Iqbal Masih” di Trieste, Andrea Avon, e dell’Ic “Giovanni Lucio” di Muggia (Trieste), Marisa Semeraro, che dal 2009 partecipano a un percorso sperimentale dell’insegnamento dello sloveno come seconda lingua comunitaria.

“Il Miur – spiegano i dirigenti scolastici – ha decretato il riconoscimento ordinamentale dello sloveno quale possibile seconda lingua comunitaria in tutte le scuole medie: nel rispetto della norma che vieta nuovi insegnamenti, se ciò determina perdenti posto, gli Organi Collegiali possono inserire lo Sloveno a fronte di un concreto interessamento da parte delle famiglie. È stata istituita anche la specifica classe di concorso AG25 che potrà consentire la selezione e la stabilizzazione dei docenti impegnati in tale insegnamento”.

Si tratta, osservano, “di un salto di qualità nelle relazioni tra comunità conviventi o vicine, nel proprio essere cittadini di un territorio e del mondo, nel modo di vivere concretamente i principi di integrazione, di rispetto e di pari dignità. L’opportunità di scegliere lo sloveno, ora finalmente riconosciuta, fornisce un ulteriore valore aggiunto”.

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