Ancora sangue a Gaza, altri quattro palestinesi uccisi

Palestinesi lanciano bombe molotov con gli aquiloni.
Palestinesi lanciano bombe molotov con gli aquiloni. (ANSA/AP Photo/ Khalil Hamra)

TEL AVIV. – Quatto palestinesi uccisi – compreso un ragazzo di 15 anni – e oltre 700 feriti, tra cui due giornalisti. E’ il bilancio, secondo fonti mediche di Gaza, del quarto venerdì di protesta, favorito da Hamas, per la ‘Marcia del Ritorno’, che sarà replicata fino al 15 maggio.

Secondo stime dell’esercito israeliano, sono stati 3000 i manifestanti che, in cinque luoghi lungo il confine, si sono avvicinati alla barriera difensiva dello Stato ebraico lanciando sassi, bottiglie molotov (una appesa ad un aquilone con una svastica dipinta) e tentando di “danneggiare le infrastrutture di sicurezza”. Un numero di dimostranti, ha detto il ministro della Difesa Avigdor Lieberman in visita ai soldati israeliani, che è “calato di settimana in settimana”.

In previsione della nuova dimostrazione, velivoli israeliani hanno sparpagliato sulla Striscia volantini in arabo chiedendo alla popolazione di “evitare di avvicinarsi alla barriera difensiva”. “Vi consigliamo vivamente – era scritto – di non partecipare ad atti di violenza contro le forze israeliane e di tenervi lontani dai terroristi. Hamas vi usa come strumento per i suoi interessi. I nostri soldati faranno tutto il necessario per bloccare attacchi o assalti”.

In risposta, da Gaza sono stati lanciati verso Israele volantini appesi ad aquiloni con il testo in arabo ed ebraico “Sionisti, per voi non c’è spazio in Palestina. Tornate nei Paesi dai quali provenite”.

Gli scontri sono cominciati quasi subito e sono divampati alla fine delle preghiere delle moschee, i cui minareti già da ieri avevano diffuso appelli alla popolazione a partecipare in massa alle dimostrazioni. Molti manifestanti, come le volte scorse, hanno incendiato copertoni con l’obiettivo di impedire con il fumo il fuoco dei tiratori israeliani. I due principali esponenti di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh e Yihia Sinwar, si sono recati separatamente lungo la linea di demarcazione con Israele per incoraggiare i dimostranti.

“Se Abu Ammar (Yasser Arafat) fosse ancora vivo – ha detto Sinwar – sarebbe qua insieme a noi”. Il primo morto tra i manifestanti è dovuto ai colpi sparati dall’esercito a Jabaliya, nel nord della Striscia, come il secondo e il terzo (un ragazzo di 15 anni), mentre il quarto palestinese è stato colpito a morte a Khan Younis, nel sud di Gaza.

Secondo il ministero della Sanità di Gaza, il bilancio complessivo dei morti palestinesi nelle quattro Marce che si sono svolte finora è di 34. Nabil Abu Rudeinah, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, ha denunciato i fatti ed ha detto che l’Autorità nazionale palestinese ricorrerà al Consiglio di sicurezza dell’Onu con “la richiesta ancora una volta di fornire protezione internazionale per i palestinesi che sono esposti ad attacchi brutali da parte dell’occupazione”.

(di Massimo Lomonaco/ANSAmed)