Harry Potter debutta a Broadway, un trionfo epico

NEW YORK. – Harry Potter ha debuttato a Broadway ed il suo trionfo è stato definito di proporzioni epiche. ‘Harry Potter e la maledizione dell’erede’ è un’opera teatrale in due parti di Jack Thorne su soggetto di J. K. Rowling, John Tiffany e Jack Thorne, ambientata una ventina di anni dopo il romanzo Harry Potter e i Doni della Morte, che racconta la storia di Albus Severus Potter, secondogenito di Harry Potter e Ginny Weasley.

Ha vinto la sfida di Great White Way (soprannome per Broadway), offrendo l’esperienza di un non musical della durata di ben cinque ore e 15 minuti. Si tratta, infatti, di un dramma teatrale che rompe gli schemi classici ai quali è abituato il pubblico di Broadway e che, data la lunghezza, quasi un’opera wagneriana, può anche essere visto in due giorni.

Si è trattato anche di una produzione da costi da record, quasi 70 milioni di dollari, oltre 30 dei quali spesi per restaurare il teatro che la ospita, il Lyric Theatre sulla 42/a strada. Lo show, che ha debuttato domenica 22 aprile a New York, ha avuto la sua anteprima a Londra nel 2016 ed è andato tutto esaurito per 22 mesi, anche il cast è quello londinese con Jamie Parker, tra gli altri, nel ruolo di Harry.

“The Cursed Child – scrive Rolling Stone – è un trionfo di proporzioni epiche, non solo il paradiso per i maniaci di Potter, ma anche un prodigio di arte scenica che presto sarà roba da leggenda”. Il magazine sottolinea anche che lo spettacolo dà i brividi lungo la schiena e allo stesso tempo strappa le lacrime.

Tuttavia ‘La maledizione dell’erede’ non è uno spettacolo economico: il prezzo di un biglietto è di almeno 199 dollari, ma secondo People vale comunque la pena di vederlo, anche se non si è mai letta una riga di Harry Potter. Inoltre è improbabile che lo spettacolo sia itinerante e quindi potrà essere visto solo a New York e sarà in calendario per decenni.

“Come l’Empire State Building o la Statua della Libertà – scrive People riferendosi allo show – questa è una visita che tutti i turisti dovrebbero fare”.

(di Gina Di Meo/ANSA)