TORINO. – Ottenevano indennità e buoni pasto per missioni mai eseguite. Tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate, un ingegnere e due geometri in servizio a Torino, sono stati arrestati dai carabinieri. Falso e truffa le accuse ipotizzate nell’inchiesta, lo scorso anno già altri due dipendenti arrestati – e ora licenziati – nella stessa Agenzia delle Entrate. Che in una nota esprime “rammarico” per il loro comportamento, nei confronti del quale viene assicurata la massima “intransigenza”.
A far scattare l’indagine era stata la stessa Agenzia delle Entrate, nel marzo 2016, quando una segnalazione dell’allora direttrice regionale Paola Muratori esprimeva ai militari del Nucleo investigativo il “fondato dubbio” che alcuni funzionari – incaricati della rilevazione delle schede per l’analisi dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare – si dedicassero ad attività incompatibili con il pubblico impiego. Anche in orario di servizio. Gli accertamenti sono proseguiti anche dopo i primi due arresti, avvenuti lo scorso giugno.
Secondo l’accusa i tre funzionari adesso ai domiciliari timbravano il badget, all’ingresso o al rientro dal servizio, che però non effettuavano. Falsi erano anche gli aggiornamenti delle schede di rilevazione, che compilavano ogni quattro mesi. A incastrarli è stato l’esame delle celle telefoniche, in base al quale gli investigatori dell’Arma hanno accertato che i tre funzionari si trovavano in “luoghi incompatibili con le missioni affidate”.
Su ordine del gip di Torino è così scattato l’arresto. Oltre all’indennità di missione e ai buoni pasto, avrebbero percepito indebitamente anche la quota parte dello stipendio relativa ai sopralluoghi mai effettuati. “Nel pieno rispetto dei diritti e delle tutele dei tre funzionari”, l’Agenzia ribadisce “la propria intransigenza verso comportamenti illegali e inaccettabili, a tutela dell’onorabilità di tutti i dipendenti che ogni giorno compiono con professionalità e onestà il proprio lavoro.
