Ghiacciaio si scioglie, rifugio Cervino ‘va’ in Svizzera

VALTOURNENCHE (AOSTA).- Il cameriere del rifugio Guide del Cervino varca il confine tra Italia e Svizzera anche un centinaio di volte al giorno. A questo singolare frontaliero nessuno mai chiede il passaporto: l’espatrio avviene infatti nel passaggio dalla cucina del locale, che si trova in territorio elvetico, alla sala da pranzo, che si affaccia sulla splendida Valtournenche, in Valle d’Aosta.

Formalmente la struttura è italiana, di proprietà della Società delle guide alpine del Cervino, una delle più antiche e blasonate al mondo. Ma ora si è scoperto che l’edificio si trova per tre quarti in territorio svizzero. Effetto indesiderato del ‘confine mobile’ tra i due Paesi, regolato da una legge del 2009 e da un successivo accordo binazionale.

Un’invenzione resa necessaria dopo che lo scioglimento dei ghiacciai ha cancellato i punti di riferimento storici che delimitavano i territori: il confine coincide adesso con la linea di cresta, che nel frattempo è emersa, e che taglia a metà il rifugio e anche l’adiacente scuola di sci. Il bar-ristorante con 40 posti letto, tappa obbligata per alpinisti e sciatori, si trova lì da 34 anni, a 3.480 metri di quota, direttamente sul ghiacciaio del Plateau Rosa dove si scia tutto l’anno.

Il nodo è venuto al pettine poco tempo fa, quando la proprietà ha tentato di avviare l’iter per la ristrutturazione dell’immobile. Una proceduta burocratica che rischia di essere intrappolata dal groviglio delle competenze del Comune valdostano di Valtournenche e di quello svizzero di Zermmatt e delle differenti normative nazionali.

“E’ una questione che è sempre stata un po’ trascurata dagli Italiani – racconta Flavio Bich, presidente delle guide del Cervino – mentre gli Svizzeri si sono mossi e hanno fissato il confine senza considerare la presenza dell’immobile che è rimasto più in Svizzera che in Italia”.

Dal 2 al 4 maggio lo spinoso dossier sarà sul tavolo di una Commissione paritetica che dovrà analizzare le carte geografiche e individuare una via di uscita. “Occorre cercare di risolvere la controversia”, sollecita il senatore valdostano Albert Lanièce, che ha incontrato il ministro plenipotenziario Vittorio Rocco di Torrepadula. “Ho ricevuto assicurazioni circa l’impegno dell’alto rappresentante del Ministero degli Affari Esteri – aggiunge – per trovare tutte le strade possibili che portino ad una risoluzione di questa criticità che sta causando notevoli disagi in un importante settore come quello del turismo di montagna”.

(di Benoit Girod/ANSA)