Gorizia, arrestato bosniaco con armi da guerra

GORIZIA. – In auto aveva un vero arsenale di armi da guerra, in grado di rifornire un commando, ma è stato bloccato in autostrada mentre era diretto in Spagna. Si tratta di un bosniaco di 52 anni, arrestato a Gradisca d’Isonzo (Gorizia), dai carabinieri che lo seguivano fin dall’ingresso in Italia, proveniente dalla Slovenia, dal valico di Sant’Andrea.

Nascoste sotto la ruota di scorta della Peugeot 206 con targa svizzera e noleggiata aveva due pistole mitragliatrici Skorpio, 6 fucili mitragliatori Kalasnikov, una carabina calibro 22, un fucile a pompa, un gruppo ottico per fucili di precisione, svariati caricatori e munizionamento specifico. Nel borsone personale altre due pistole Beretta calibro 22.

L’operazione è stata portata a compimento lo scorso 19 aprile, ma gran parte dei particolari è stata resa nota soltanto oggi per permettere di attivare i meccanismi di comunicazione internazionale indispensabili per un collegamento efficace tra forze di polizia in funzione di prevenzione alla criminalità e al terrorismo. La meta finale dell’uomo bloccato era infatti Barcellona, in Spagna.

Il corriere delle armi bosniaco aveva fatto tappa a Lubiana: ne sono convinti gli investigatori che stanno cercando di ricostruire il percorso seguito dall’uomo da quando ha noleggiato il veicolo. L’inchiesta è affidata alla Procura della Repubblica di Gorizia che dovrà ora attivare i colleghi svizzeri, sloveni e spagnoli per poter ottenere le informazioni legate all’affitto della vettura e all’individuazione del luogo in cui si era procurato le armi da guerra.

Sul retro di uno scontrino di un ristorante sloveno, datato 19 aprile, poche ore prima dell’arresto, il corriere aveva annotato l’itinerario del tragitto da seguire per giungere alla destinazione finale, la penisola iberica, attraversando il Nord Italia e la Francia: è verosimile che abbia ottenuto le informazioni circa la consegna finale, dai suoi interlocutori, nei frangenti in cui sostava nel locale pubblico, tramite una telefonata.

Sono già al vaglio della magistratura, senza la necessità di passare attraverso una rogatoria internazionale, i collegamenti telefonici e le comunicazioni on line dell’uomo da quando è entrato in Italia. Ora i carabinieri di Gorizia stanno lavorando anche per individuare i fornitori delle armi ed eventuali complici o fiancheggiatori in Italia. Immediatamente è scattata anche l’allerta anti-terrorismo ma non si privilegia tuttavia alcuna pista. L’arsenale, in teoria, poteva essere diretto anche ad esponenti della malavita organizzata spagnola

(di Lorenzo Padovan/ANSA)

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