Germania, allarme antisemitismo: “Non portate la kippah”

Ebrei con in testa il tipico kippah.
Ebrei con in testa il tipico kippah.

BERLINO. – Meglio evitare di indossare la kippah in Germania. L’avvertimento è del presidente del consiglio centrale degli ebrei tedeschi Josef Schuster e lascia sgomenti. Gli ebrei, nel 2018, nelle grandi città, faranno bene a non rendersi riconoscibili, per non rischiare aggressioni e insulti. Perché il tradizionale copricapo vale in sé come provocazione, nel paese che ha accolto oltre un milione di migranti nel 2015, e si confronta oggi anche con l’antisemitismo arabo di importazione, come affermato da Angela Merkel, che ha nominato un delegato governativo sulla questione, (la mossa tipica di chi non sa bene come risolvere un problema, fa notare qualche giornale).

“Una rivendicazione ostinata sarebbe di principio la strada giusta – ha affermato Schuster in una intervista radiofonica – tuttavia in effetti alle singole persone dovrei sconsigliare di mostrarsi in pubblico con la kippah, nel milieu della grandi città in Germania”.

Questa resa inquietante arriva a qualche giorno dalla scioccante aggressione, avvenuta nel bel quartiere di Prenzlauer Berg, da parte di un ragazzo siriano-palestinese di 19 anni, che ha colpito con la cintura un giovane israeliano urlandogli “ebreo!”. L’aggressore è stato colpito da un mandato di arresto. La vittima ha filmato l’attacco, per poi rivelare di aver indossato la kippah proprio per fare un esperimento.

Sull’ondata di indignazione scatenata dalla cronaca, la stessa comunità ebraica, col sindaco di Berlino Michael Mueller, ha lanciato una manifestazione: “Berlino porta la kippah”. Si chiede ai cittadini di indossare il copricapo, generalmente portato dagli ortodossi, in segno di solidarietà. Anche la comunità islamica ha reagito: “L’antisemitismo, il razzismo e l’odio sono peccati gravi nell’islam, e non indulgeremo”, ha commentato il presidente del consiglio centrale dei musulmani Aiman Mazyek.

E la politica ha aderito in modo bipartisan: anche i populisti dell’ultradestra di AFD si sono fatti avanti per promuovere la manifestazione, nel segno dell’antisemitismo. Ma la loro posizione è ritenuta “solo propaganda, nel segno di un nemico comune, l’islam”, per il direttore di Human Right Watch Germania, Wenzel Michalski.

“È un segnale desolante se il presidente del consiglio centrale degli ebrei sconsiglia di portare la kippah – ha detto Michalski all’ANSA -. Ma rispecchia il peggioramento della situazione. Purtroppo ha ragione: chi lo fa corre un rischio in Germania. E purtroppo non è una novità”.

Qualche anno fa fu picchiato un rabbino, ricorda l’uomo che ha denunciato le gravi aggressioni a suo figlio in una scuola. “E se non si viene picchiati, si viene guardati male. Chi indossa la kippah viene percepito come qualcuno che va alla ricerca di problemi”.

La kippah non è l’unica questione di cui si discute in questi giorni. L’allarme antisemitismo, già altissimo a causa dei tanti racconti di scolari ebrei mobbizzati nelle scuole tedesche da coetanei musulmani, è stato rilanciato dal premio consegnato ai rapper Farid Bang e Kollegah, che hanno ricevuto il prestigioso Echo per un album, che contiene una canzone chiaramente antisemita.

“Vengo con la molotov, faccio di nuovo l’olocausto”, cantano i due controversi musicisti. Il loro premio ha però sollevato un’ondata di proteste, e molti artisti, anche di grande prestigio – come l’icona della città Daniel Barenboim – hanno attaccato la scelta della giuria e del comitato etico, che ha permesso la partecipazione del duo, restituendo il premio.

(di Rosanna Pugliese/ANSA)

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