25 aprile: perizia medica riapre cold case suicidio Chanoux

(ANSA) – AOSTA, 25 APR – Il notaio Emile Chanoux, leader del fronte autonomista nella Resistenza in Valle d’Aosta, potrebbe non essersi impiccato nella cella della Questura di Aosta in cui era stato condotto dalla polizia fascista il 18 maggio del 1944, ma ucciso durante o dopo un duro interrogatorio. A riaprire il cold case storico, confutando la tesi ufficiale del suicidio, è una perizia del medico legale Giorgio Bolino, docente dell’Università Sapienza di Roma, che ha analizzato le foto scattate sul corpo di Chanoux poco dopo il suo ritrovamento e la relazione dell’autopsia fatta su Chanoux. L’indizio più importante che contrasterebbe con l’ipotesi della morte per impiccagione è l’immagine della mano destra “in leggera flessione a livello del gomito ed anche le dita risultano ben flesse a livello di tutte la articolazioni, come per rigor mortis”. La posizione accartocciata dell’arto suggerirebbe infatti – secondo le conclusioni di Bolino – l’idea che Chanoux sia stato ucciso in posizione orizzontale. E solo dopo appeso alle grate della cella: “L’insieme degli elementi di giudizio a disposizione – scrive il medico legale – non consente di escludere il fatto omicidiario”. Ad acquisire il parere – secondo quanto riferito oggi nelle pagine regionali del quotidiano La Stampa – è stato il regista Patrizio Vichi, autore del documentario “Emile Chanoux, fu suicidio o omicidio” che sarà trasmesso oggi alle 20, negli spazi Rai Valle d’Aosta.(ANSA).