Siria, donatori: 4,4 miliardi di dollari per i rifugiati

Conferenza sul Futuro della Siria e della regione organizzata dall'Unione europea e dalle Nazioni Unite a Bruxelles. EPA/STEPHANIE LECOCQ / POOL

BRUXELLES. – Un impegno di 4,4 miliardi di dollari nel 2018 per le attività umanitarie in Siria, i rifugiati e gli sfollati interni. E’ quanto ha promesso la comunità internazionale alla seconda Conferenza sul Futuro della Siria e della regione organizzata dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite a Bruxelles. Ma oltre al sostegno finanziario c’è l’impegno a “rilanciare il processo politico”, i negoziati, a ribadire il “ruolo chiave dell’Onu”, il “rigetto di una soluzione militare”, e non da ultimo una pressione sulle parti, in particolare su Russia, Iran e Turchia. Impegni ribaditi dall’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini.

Tema centrale della Conferenza – alla quale hanno partecipato le delegazioni di 85 Paesi e numerose Ong – il dramma dei civili e degli sfollati interni, definito “intollerabile” dal Commissario Ue alle Politiche di vicinato Johannes Hahn.

A mettere in guardia sul rischio di una nuova catastrofe umanitaria, in particolare nella provincia di Idlib, l’inviato speciale Onu Staffan de Mistura ricordando che pochi giorni fa, dopo il presunto attacco chimico a Duma e la risposta congiunta di Francia Gran Bretagna e Usa con dei raid mirati, “eravamo al limite di una crisi gravissima”, che però si è evitata.

E proprio nella cittadina della Ghuta orientale sono tornati in missione per la seconda volta gli ispettori dell’Opac per stabilire se siano state usate armi chimiche, ma non per indicare gli eventuali responsabili. Dopo oltre sette anni di guerra civile con oltre 400mila morti, la Siria continua ad essere terreno di scontri, malgrado l’appello di Mogherini a non trasformarla in una “scacchiera per i grandi giocatori”, perché “appartiene al popolo siriano”.

E poi l’invito a Russia, Iran e Turchia, i tre garanti del processo di Astana, ad usare la loro influenza su Damasco. Hanno una “responsabilità” per un cessate il fuoco e spingere Assad a tornare al tavolo delle trattative, ha aggiunto. “Stiamo assistendo a un’escalation delle attività militari che è esattamente il contrario” di quello che avevano promesso, ha sottolineato.

Intanto fonti del ministero degli Esteri russo hanno annunciato che sabato si terrà a Mosca una trilaterale con i responsabili delle diplomazie dei tre Paesi, Serghei Lavrov, Mohammad Javad Zarif e Mevlut Cavusoglu. Trattative diplomatiche a parte, la Conferenza di Bruxelles si chiude con la promessa collettiva da parte dei donatori di 4,4 miliardi di dollari per il 2018 e di altri 3,4 miliardi di dollari per gli anni successivi. Il contributo dell’Ue e degli Stati membri è pari ai “tre quarti delle promesse totali”, ha detto il Commissario per gli aiuti umanitari e gestione delle crisi, Christos Stylianides.

“Abbiamo dato il buon esempio in qualità di principale donatore”, ha aggiunto chiedendo che “adesso ogni centesimo promesso sia velocemente tradotto in azione e speso in modo efficace e trasparente”. A Bruxelles l’Italia era rappresentata dal ministro degli Esteri Angelino Alfano che ha riaffermato “la ferma condanna dell’uso di armi chimiche da parte del regime siriano e la nostra richiesta affinché risponda di crimini di guerra”.

Il titolare della Farnesina ha poi precisato che “è imperativo raggiungere una soluzione politica in Siria sotto la guida delle Nazioni Unite”.

(di Giuseppe Maria Laudani/ANSA)

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