Avvocatessa russa legata a Cremlino incontrò Trump Jr

Donald Trump, padre e figlio.

WASHINGTON. – Il Russiagate si complica ancora. L’avvocatessa russa Natalia Veselnitskaya, che incontrò Donald Trump Jr alla Trump Tower nel giugno 2016, ha legami con il Cremlino più stretti di quanto si credesse finora. A rivelarlo, secondo i media Usa, sarebbe stata lei stessa in un’intervista alla Nbc: “Sono un avvocato e sono una informatrice”, disse. “Dal 2013 ho comunicato in maniera attiva con l’ufficio del procuratore generale russo”.

Ma anche in seguito all’emergere di mail, ottenute da un’organizzazione creata da Mikhail Khodorkovsky ‘Dossier’ e citate dal New York Times, che indicherebbero una stretta collaborazione fra Veselnitskaya e un alto funzionario presso l’ufficio del procuratore generale russo nell’ambito di una causa per frode negli Usa a carico di un cliente della avvocatessa.

Una nuova rivelazione che emerge lo stesso giorno in cui la commissione Intelligence della Camera Usa ha diffuso la versione definitiva del rapporto sul Russiagate, nel quale si afferma che non ci sono prove di collusione da parte della campagna per l’elezione di Donald Trump, chiudendo così di fatto l’inchiesta al Congresso.

Il presidente Trump esulta e ripete: “Io l’ho sempre detto, non c’è collusione”. Ma i democratici non ci stanno e protestano. Prendendo le distanze dal documento della Commissione, guidata dai repubblicani: “Non sono stati sentiti abbastanza testimoni”, lamentano, promettendo di proseguire il lavoro da soli.

I Dem hanno già prodotto un documento di 98 pagine che contesta le conclusioni repubblicane, giudicate ‘di parte’. “Nel corso dell’intera inchiesta i repubblicani hanno scelto di non indagare seriamente o addirittura nemmeno prendere di prendere in considerazione le prove di collusione quando erano palesi”, ha detto il deputato democratico Adam Schiff. Nello specifico, il rapporto constata che non è emersa alcuna prova che la campagna per l’elezione di Trump “abbia avuto collusioni, si sia coordinata o abbia cospirato con il governo russo”.

Il documento critica però l’intelligence, sottolineando alcune “significative mancanze” e alla fine punta il dito anche contro “scarsa capacità di giudizio e azioni mal considerate” da parte della campagna di Trump come di quella di Hillary Clinton. Il documento sottolinea anche il fatto che la campagna della Clinton ha commissionato una raccolta di informazioni sugli avversari, “ottenuta da fonti russe”.

La raccolta di informazioni, di per sé considerata lecita, era del resto la premessa sulla base della quale la avvocatessa russa Natalia Veselnitskaya aveva incontrato il primogenito di Trump a Manhattan nel giugno 2016. Cioè la speranza che avesse avesse materiale compromettente sull’allora avversaria Clinton nella corsa alla Casa Bianca.