Friuli Venezia Giulia: Fedriga avanti, ma pesa l’astensione

Il segretario federale della Lega Matteo Salvini con Massimiliano Fedriga (S), candidato del centrodestra a presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, nel corso del comizio di chiusura della campagna elettorale a Trieste, 27 aprile 2018. ANSA/ANDREA LASORTE

TRIESTE. – C’è il rischio astensionismo sulla vittoria annunciata di Massimiliano Fedriga alle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia, un test che, alla luce dello stallo nazionale per la formazione del governo, viene atteso come una specie di “verifica interna” nei rapporti di forza del centrodestra. Gli esiti del voto si sapranno solo in giornata: niente exit poll né proiezioni, le urne vengono aperte alle ore 8.00.

I sondaggi di tutte le forze politiche alla vigilia davano Fedriga intorno al 40%, e i suoi contendenti di centrosinistra e del Movimento 5 stelle a lottare per arrivare secondi, per potersi sedere sugli scranni del consiglio regionale. Il dato definitivo dell’affluenza ai seggi però è molto basso, il 49,63%, inferiore a quello del 50,48% fatto registrare cinque anni fa, quando vinse Debora Serracchiani con uno scarto minimo, poco meno di 2.000 voti, sull’uscente Renzo Tondo.

A chiedere di accorrere alle urne, e a esporsi in prima persona era stato Matteo Salvini, “calato” più volte nelle ultime due settimane in Fvg, sponsor di Fedriga ma soprattutto della Lega in chiave di supremazia della coalizione. L’appello pare sia caduto nel vuoto, ma non si azzardano a questo punto a fare previsioni il Pd e Sergio Bolzonello, vicepresidente uscente e candidato del centrosinistra, accreditato qualche settimana fa del 25-27%, e nemmeno il candidato M5s Alessandro Fraleoni Morgera, ricercatore universitario con un passato politico di destra, dato al 22-25%.

Anche cinque anni fa Serracchiani era data in ritardo su Tondo, anche per le difficoltà del Pd dopo le elezioni politiche e il “pasticcio” della rielezione di Napolitano. E in quell’occasione, invece, la candidata del centrosinistra prevalse.

Solo briciole infine sembrano essere riservate a Sergio Cecotti, storico esponente autonomista già nelle file della Lega e poi nel centrosinistra, presentatosi sotto la bandiera della difesa della specialità regionale. In piazza Oberdan, sede del Consiglio, in giornata balleranno i numeri veri.

(di Andrea Buoso/ANSA)