CARACAS – Da giorni, ormai, si speculava sull’entità dell’incremento salariale che avrebbe annunciato il presidente della Repubblica. Gli esperti in materia, dopo aver fatto i dovuti calcoli, e il cittadino comune, solo grazie alla propria intuizione, giungevano alla stessa conclusione: il presidente Maduro avrebbe deciso un cospicuo aumento. Nessuno, comunque, pensava che questo potesse approssimarsi tanto alla soglia del 100 per cento. Infatti, a conti fatti, i lavoratori dal 30 aprile troveranno nella busta paga ben due milioni 555mila 500 bolívares invece del solito milione 307mila 646 bolívares.
Il salario, quello vero, è stato fissato a un milione di bolívares. Il cesta-ticket – i buoni che “arrotondano” lo stipendio, pur senza gravare sul calcolo dei contributi che l’azienda deve versare – raggiunge il milione 555mila 500 bolívares.
L’aumento precedente era stato fissato dal capo dello Stato il primo marzo. Così il salario minimo aveva raggiunto i 392mila 646 bolìvares mentre il “buono” 915 mila.
I pensionati non sono stati dimenticati dal presidente Maduro. Anche loro riceveranno un congruo aumento: un milione di bolìvares.
Il presidente Maduro, come già fatto in precedenti occasioni, non ha annunciato un pacchetto di misure economiche capaci di arginare la crisi e sconfiggere l’iperinflazione. L’aumento degli stipendi, quindi, premerà sulla domanda senza che vi sia un’offerta adeguata di prodotti. L’iperinflazione crescerà. E’ un circolo perverso che si retroalimenta e prende forza mentre il governo osserva senza avere in apparenza la capacità di agire.