Fmi: “Bene la ripresa in Italia, ma stop a stallo politico”

Alessandro Leipold, direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale

NEW YORK. – L’economia italiana “sta facendo bene e nel breve termine non ci sono preoccupazioni”. Ma “lo stallo politico venutosi a creare dopo le elezioni deve finire”. L’auspicio è di Alessandro Leipold, direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale, che mette anche in guardia da una serie di “promesse elettorali” – a partire da quella della flat tax – che “se realizzate non sarebbero finanziariamente sostenibili”: “L’Italia non ha molti margini di manovra – spiega l’economista – e un mix di queste promesse sarebbe un disastro”.

Leipold, che nell’ottobre scorso ha sostituito Carlo Cottarelli nel board dell’Fmi, parla incontrando i giornalisti a New York dove ha ricevuto il Gei Award, assegnato dal Gruppo esponenti italiani presieduto da Lucio Caputo. Analizzando la situazione italiana Leipold sottolinea le difficoltà nella formazione di un nuovo governo per quella che definisce “un’atmosfera politica avvelenata”, ma si mostra scettico sull’ipotesi di un ritorno alle urne: “Se lo si fa con la stessa legge elettorale è molto probabile che gli esiti saranno simili a quelli delle ultime elezioni”.

Una incertezza politica prolungata, però, rischia inevitabilmente di penalizzare la già debole ripresa: “L’Italia non ha una grandissima crescita, ma comunque va molto meglio che negli ultimi anni, come dimostra Standard & Poor’s che negli ultimi giorni ha confermato il rating del nostro Paese”.

“Ma l’assenza di un governo con pieni poteri – aggiunge Leipold – rende impossibile approvare un bilancio vero e proprio, ma solo una manovra temporanea”. E questo potrebbe riflettersi negativamente sulle prospettive economiche di medio e lungo termine, soprattutto se non si continuerà sulla strada delle riforme e del risanamento dei conti. Due aspetti che – appunto – vengono messi a rischio da “una combinazione di promesse elettorali” che può danneggiare la ripresa.

L’Italia poi – aggiunge Leipold – non può permettersi l’assenza di un governo nel pieno delle sue funzioni in un momento di grande attivismo da parte degli altri Paesi, vedi la Francia di Emmanuel Macron o la Germania di Angela Merkel: il rischio è quello di “rimanere esclusi dal grande palcoscenico internazionale” e di non far pesare abbastanza la propria voce ai tavoli che contano.

Leipold infine ribadisce la grande preoccupazione del Fondo monetario per una guerra commerciale che alcune decisioni prese in considerazione dal presidente americano Donald Trump, come quella sui dazi, possono innescare.

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