La Nazionale aspetta il ct, Mancini a un passo

ROMA. – Ormai è solo conto alla rovescia. Ancora un paio di settimane e Roberto Mancini potrebbe diventare il 52mo ct della nazionale, superando – chiusa la strada per Ancelotti che preferisce la panchina di club – la concorrenza di Conte, Ranieri e della soluzione interna con Di Biagio.

L’ex allenatore di Inter e City e oggi alla guida dello Zenit, ha già incontrato a Roma i vertici della Figc per gettare le basi dell’accordo che, se non interverranno intoppi, prenderà forma dopo la conclusione del campionato russo (13 maggio) e la rescissione del contratto con il club di San Pietroburgo con cui aveva firmato a giugno scorso un triennale.

Sei mesi dopo l’esonero di Gian Piero Ventura e il breve interregno di Gigi Di Biagio, il ct dell’Under 21 ‘prestato’ alla nazionale maggiore per le amichevoli di marzo contro Argentina e Inghilterra, la panchina azzurra si appresta ad avere il nuovo proprietario che dovrebbe debuttare il 28 maggio a San Gallo nell’amichevole contro l’Arabia Saudita. Dunque, salvo colpi di scena, sarà il 53enne tecnico jesino a guidare l’Italia nella Nations League, che partirà il prossimo 6 settembre e che vede gli azzurri nel girone con Portogallo e Polonia e nelle qualificazioni per gli Europei 2020.

“C’è stato un incontro – ha fatto sapere via Ansa il commissario straordinario della Figc, Roberto Fabbricini – tra il vice commissario Costacurta, il team manager azzurro Oriali e Roberto Mancini che ha dato la disponibilità a risolvere il rapporto con lo Zenit e a fare il ct della nazionale. Siamo rimasti d’accordo che cominceremo a parlare di cifre e dei dettagli il 13 maggio, a conclusione del campionato russo”, ha aggiunto Fabbricini, specificando però “che non c’è nulla di deciso. Con Mancini chiariremo che la Figc ha un budget per quel ruolo e non intende derogare, e con lui occorrerà parlare anche della filiera dei tecnici azzurri (quelli attuali sono in scadenza tra giugno e luglio) che noi vorremmo fossero concordati con il futuro ct” che, nelle intenzioni federali, dovrebbe diventare il ‘regista’ di tutte le squadre azzurre.

Una soluzione, quella dell’ex campione doriano, che mette d’accordo tutti, dalla federazione, alla ricerca di un nome di prestigio per una delle panchine più gloriose del calcio mondiale, al diretto interessato (che dovrebbe portare con sé in azzurro il preparatore atletico Carminati e i collaboratori storici Gregucci e Salsano) che solo pochi giorni fa si era detto “orgoglioso” davanti alla prospettiva azzurra.

Mancini, che in passato ha allenato anche Lazio, Fiorentina e Galatasaray, aveva detto che “allenare la nazionale italiana una delle squadre più importanti del mondo, è qualcosa di prestigioso”. Ci sarà da lavorare, per lavare l’onta della mancata qualificazione a Russia 2018 e cercare di ripartire: “Credo che in questo momento la Nazionale non abbia i campionissimi che ha sempre avuto ma credo che abbia bravi giocatori – ha ammesso il ct ‘in pectore – e in Italia i bravi giocatori ne crescono e ne nascono. Bisogna avere pazienza ma nei settori giovanili delle squadre italiane ci sono dei giocatori che in futuro possono fare bene in Nazionale”.

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